Il dramma di Sara, vittima di violenza: "Le mazzate passano, la paura ti rimane dentro"
pubblicato il 23 luglio 2019 alle ore 15:46
«Le mazzate, i lividi dopo due giorni passano, ma quello che ti rimane addosso è la paura, l’incertezza, il dover stare sempre allerta giorno e notte perché qualcosa ti può succedere». Sara (nome di fantasia) è una donna vittima di violenza. Il compagno con il tempo si è trasformato nel suo carnefice. «Si inizia con il controllo del cellulare e si arriva al dominio della tua vita fino poi alla vera e propria violenza fisica per delle sciocchezze», racconta Sara.
Un passato difficile e senza una famiglia alle spalle, Sara, come tante altre donne vittime di violenza, non si rende subito conto della situazione. «Dici: vabbé ma gli passa, magari sono stata io a fare qualcosa. All’inizio passi pure per pazza perché continui a stare con quella persona nonostante tutto», continua. Ma c’è un episodio in particolare che fa cambiare prospettiva a Sara e la spinge a reagire. «Quando non è toccato a me, ma a mia figlia non ho capito più nulla. Per ripicca me l’ha strappata dalle braccia e mi ha minacciato di non farmela più vedere, da lì ho capito che non si poteva continuare così».
Sara si rivolge a un centro antiviolenza e poi alla ‘Marianella Garcia’, un gruppo di avvocati che offrono a titolo gratuito sostegno. «In molte circostanze ci rendiamo conto che la dignità passa dalla libertà economica. Molte donne non riescono a fronteggiare la situazione di violenza perché sono schiacciate dal disagio economico. In questo ci vorrebbero dei correttivi economici per segnare un cambio di passo», spiega Lucia Lipari, Responsabile Avvocati ‘Marianella Garcia’. Ma non c’è solo l’aspetto economico, ma il sentirsi private della propria libertà. «La legge italiana prevede l’allontanamento delle vittime in strutture private. Lì nonostante il sostegno, sei tu quella privata della tua libertà senza aver commesso al reato e quando ti ritrovi a dover chiedere il permesso per uscire o per avere un rotolo di carta igienica, ti senti dentro un vortice», racconta ancora Sara.
Oggi Sara continua il suo percorso, ma la strada è tutta in salita. «Sono stata fortunata a trovare un gruppo di persone che mi sostiene, ma può essere che tra qualche mese, per questo mio percorso intrapreso mi succederà qualcosa perché questa persona, deciderà di vendicarsi». E chiosa: «Ma finché succederà a me non ho timore, ma mia figlia dovrà sapere che ha avuto una mamma che combatte per dirle che nessuno può decidere della vita altrui».
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