La scommessa di sei donne calabresi: "Dateci l'olio esausto e vi diamo sapone al bergamotto"
pubblicato il 13 giugno 2019 alle ore 12:22
«Avevamo bisogno di creare occupazione non solo per le persone normodotate, ma soprattutto per quelle svantaggiate, che potesse essere il disabile mentale, fisico, l’ex detenuto, la famiglia monoreddito, ma anche il padre di famiglia che a 50 anni si ritrova senza un lavoro». Maria Teresa Nesci è la presidente di Felici da matti, una cooperativa sociale nata nel 2013 a Roccella ionica, paese della locride calabrese.
In un’ex officina meccanica è avvenuto un piccolo miracolo, grazie all’impegno di sei donne che da un lato ha creato un circuito occupazionale, dall’altro ha dato vita a una filiera di economia circolare. I Felici da matti, infatti, raccolgono l’olio esausto di cittadini e ristoratori e lo trasformano in sapone e detergenti liquidi al profumo di oli essenziali di limone e bergamotto.
In un’ex officina meccanica è avvenuto un piccolo miracolo, grazie all’impegno di sei donne che da un lato ha creato un circuito occupazionale, dall’altro ha dato vita a una filiera di economia circolare. I Felici da matti, infatti, raccolgono l’olio esausto di cittadini e ristoratori e lo trasformano in sapone e detergenti liquidi al profumo di oli essenziali di limone e bergamotto.
Tra raccolta itinerante e il posizionamento di contenitori in diversi paesi, la cooperativa ha già trasformato 50 tonnellate di olio esausto, riducendo l’emissione di Co2 nell’atmosfera e promuovendo il corretto smaltimento di un rifiuto che diventa altamente inquinante se gettato nel lavandino o nel water. Il tutto contando solo ed esclusivamente sulle proprie forze nonostante i vari riconoscimenti a livello locale e nazionale.
«Ad oggi non siamo riusciti ad avere un finanziamento pubblico, tutto quello che abbiamo costruito è frutto del nostro autofinanziamento. Più volte abbiamo dovuto rinunciare ai nostri stipendi per far crescere l’attività. Servono testimoni credibili affinché la Calabria possa risorgere», chiosa Nesci.
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