"Selfie", il film su Davide Bifolco e il suo Rione: "Anche noi potevamo essere Davide"
pubblicato il 27 maggio 2019 alle ore 17:39
La notte tra il 4 e il 5 settembre 2014 il 16enne Davide Bifolco viene ucciso da un colpo di pistola.
Gianni Macchiarolo, il carabiniere imputato per l'omicidio del ragazzo verrà poi condannato in primo grado a 4 anni e 4 mesi. I giudici della seconda sezione della Corte d'Appello di Napoli ridurranno però quella condanna: due anni con la pena sospesa. Da questa vicenda che ha sconvolto l'intero Rione Traiano a Napoli,
prende spunto il nuovo film di Agostino Ferrente, "Selfie".
I due protagonisti Alessandro e Pietro hanno 16 anni e vivono a pochi passi dal luogo della morte di Davide, che conoscevano. Sono amici fraterni, diversissimi e complementari. Ed è tramite il loro punto di vista che Ferrente racconta la verità su quel Rione troppe volte mostrato solo per i suoi problemi. "Selfie" è un film particolare perché Alessandro e Pietro accettano la proposta del regista di auto-riprendersi con il suo iPhone per raccontare in presa diretta l’amicizia che li lega, il quartiere che si svuota nel pieno dell’estate, la tragedia di Davide. Il regista e il resto della troupe li guidano passo passo, raccontando la verità di quel Rione che Pietro definisce "una bella donna difficile da gestire"
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