Cadavere murato scoperto in Brianza, mandante: la ex abbandonata
pubblicato il 9 marzo 2019 alle ore 23:12
E' una 64enne originaria di Riesi (Cl) come i 6 esecutori fermati Milano, 8 mar. (askanews) - Ha un movente passionale il delitto del 42enne pregiudicato albanese Astrit Lamaj, i cui resti erano stati trovati il 15 gennaio scorso murati nella dépendance di una residenza di Senago, in provincia di Milano. Ne è convinta il procuratore di Monza, Luisa Zanetti, che ha coordinato i carabinieri di Monza e Caltanisetta che hanno svolto le indagini, partite dal racconto di un detenuto ad un magistratato della Dda di Caltanissetta. Il mandante dell'omicidio, sarebbe infatti una 64enne siciliana incensurata che nel 2013 (anno dell'omicidio) commerciava in preziosi a Genova che avrebbe agito per vendicarsi di Lamaj che aveva troncato la loro relazione circa un anno prima e che le avrebbe anche rubato dei gioielli. Nei confronti della donna i carabinieri hanno eseguito un provvedimento di fermo insieme con sei pregiudicati accusati di omicidio premeditato aggravato e (tranne uno) di distruzione e soppressione di cadavere. Per l'accusa, sarebbero gli esecutori materiali dell'omicidio e sono, come la mandante, tutti originari di Riesi (comune a 20 km a Sud di Caltanissetta) e ritenuti, a vario titolo, contigui alla locale famiglia mafiosa. Sempre secondo quanto riferito, il detenuto aveva spiegato di aver partecipato all'omicidio di Lamaj, assassinato il 15 gennaio 2013 in un box di Muggiò (Monza), dove la vittima, residente a Genova, era stato attirato con una scusa. Il cadavere era stato poi calato in un profondo pozzo artesiano nel cavedio di un muro di un appartamento ricavato nella proprietà di Senago, dove alcuni dei fermati avevano lavorato tempo prima come manovali per una ristrutturazione. In pratica, sempre secondo quanto spiegato dagli inquirenti e dagli investigatori, la donna, "con conoscenze importanti a Riesi", si sarebbe rivolta ad alcuni suoi compaesani perché eseguissero, in cambio della promessa di un compenso, la sua vendetta.
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