Venezuela, Maduro favorevole a elezioni politiche anticipate
pubblicato il 30 gennaio 2019 alle ore 17:50
L'intento è mettere fine alla crisi politica che lacera il Paese Caracas, 30 gen. (askanews) - Il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, in un'intervista concessa all'agenzia di stampa russa Ria Novosti, si è detto favorevole a elezioni politiche anticipate per mettere fine alla crisi politica che sta lacerando il Paese. "Sarebbe una buona forma di discussione politica, una buona soluzione per il voto popolare", ha affermato il presidente socialista, mentre l'opposizione ha lanciato appelli a manifestare contro di lui. "Tuttavia non accettiamo ultimatum o ricatti da nessuno - ha però precisato Maduro - le elezioni presidenziali si sono tenute in Venezuela meno di un anno fa e se gli imperialisti vogliono nuove elezioni aspettino il 2025". "Sono pronto a sedermi al tavolo del negoziato con l'opposizione per il bene del Venezuela, per la pace e per il suo futuro", ha concluso Maduro, aggiungendo l'auspicio che i "vari governi e organizzazioni nel mondo che mostrano una sincera preoccupazione sostengano il dialogo". Il presidente socialista si è anche detto "pronto a discutere personalmente con Donald Trump, in pubblico, negli Usa o in Venezuela, dove vorrà, di qualunque programma". Ma ha sottolineato che sarebbe "complicato ora, "perchè il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton "ha proibito a Trump il dialogo". Ha espresso, invece, "riconoscenza" al presidente russo Vladimir Putin, che continua sostenerlo,e ha detto che Caracas riceve "ogni mese" armi russe, "le più moderne al mondo" e che il Venezuela, nonostante la crisi, continuerà a onorare i debiti verso i due maggiori creditori, Russia e Cina. L'opposizione venezuelana, intanto, ha organizzato manifestazioni per convincere l'esercito a rivoltarsi contro il presidente socialista e a riconoscere al suo posto l'oppositore Juan Guaidò, che gode di un crescente sostegno internazionale. Il rischio di guerra civile è alto in un Paese di 32 milioni di abitanti, tra i più violenti al mondo, in pieno disastro economico, lacerato da una crisi politica che vede due fronti contrapposti: i chavisti e gli oppositori.
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