Addio Gigi Proietti, ci lascia nel giorno del suo compleanno un grande maestro della scena italiana
pubblicato il 2 novembre 2020 alle ore 11:57
Oggi avrebbe dovuto compiere 80 anni, invece, nel giorno del suo compleanno, il sipario si è chiuso per l'ultima volta. Quando un artista del suo calibro ci lascia, se ne va anche un pezzo di storia. Gigi Proietti è stato molto più di un attore, un comico, un doppiatore, un regista, un conduttore, uno scrittore, un insegnante; sarà per sempre il maresciallo dei nostri anni più belli , un maestro della risata dai mille volti, elegante, istrionico, ma anche un motivo in più per sentirsi orgogliosi di essere italiani. Da ragazzo suona la chitarra, il pianoforte, la fisarmonica e il contrabbasso eppure il futuro sembra portarlo lontano dai teatri. Frequenta Giurisprudenza a La Sapienza di Roma e per mantenersi lavora senza sosta: “Per pagarmi gli studi cantavo nei night club. Cominciavo alle 10 di sera e finivo alle 4 del mattino, uscivo fuori con un collo gonfio... Non c'era misura di camicia che tenesse: ce voleva un copertone”. Si iscrive per caso al Centro Teatro Ateneo e diventa allievo di personaggi di spicco come Arnoldo Foà: “La mattina frequentavo le lezioni, il pomeriggio provavo all'Ateneo, la sera cantavo nei locali notturni. Gli esami non finivano mai”. A 6 esami dalla laurea abbandona quel percorso e ne intraprende un altro, quello nell’arte a 360 gradi che diventa così il motore della sua vita. Nel 1970 la sua carriera prende una direzione inarrestabile quando è chiamato a sostituire Domenico Modugno nel musical "Alleluja brava gente”. Da quel momento, Gigi Proietti non si ferma più, diventa un punto di riferimento della scena teatrale romana, nel comico come nel drammatico. Nel 1976, approdato al cinema, il ruolo dello scommettitore incallito Mandrake in “Febbre da cavallo" lo inserisce nella lista degli attori italiani di culto. Nella tv vive una seconda giovinezza, ma spicca anche come doppiatore. Nel 1996 è "Il Maresciallo Rocca”, fiction che diventa un immenso successo di pubblico ed è impossibile dimenticare la sua performance come voce italiana del Genio di Aladdin o i suoi doppiaggi di Robert De Niro, Dustin Hoffman e Sylvester Stallone. Instancabile, fino pochi mesi fa, lo abbiamo visto calcare i palchi più importanti e ancora al cinema, nei panni di Mangiafuoco, nel Pinocchio di Matteo Garrone. Un talento come il suo non nasce tutti i giorni e noi siamo onorati di essere stati il suo pubblico: “Dalla crisi non si esce con l’odio, la rabbia: quelle sono solo le conseguenze. La soluzione, invece, è l’amore, e il far tornare di moda le persone perbene”.
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