L'allarme della Dda di Milano: Covid facilita infiltrazioni mafie
pubblicato il 17 ottobre 2020 alle ore 10:38
Per Procuratore Dolci serve più collaborazione dai professionisti Cinisello Balsamo (MI), 16 ott. (askanews) - La 'ndrangheta è pronta ad approfittare dell'emergenza Coronavirus per infiltrarsi nelle aziende del Nord in difficoltà. È il campanello d'allarme suonato da Alessandra Dolci, Procuratore aggiunto e capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, secondo la quale l'usura sta diventando per le mafie la chiave d'accesso al sistema imprenditoriale lombardo e talvolta a fare da intermediari sono professionisti senza scrupoli. "La percezione della presenza è decisamente aumentata, prendiamone atto e adottiamo le contromisure che non possono essere soltanto quelle di carattere repressivo, rappresentate dall'intervento delle forze di polizia e dell'autorità giudiziaria. Ci vuole sinergia tra le istituzioni e le categorie professionali". Da qui la sua presenza all'ottavo incontro annuale dell'Aidc, associazione dei dottori commercialisti, categoria che il magistrato invita a moltiplicare le segnalazioni antiriciclaggio, oggi soltanto 300 su 105.000. Edoardo Ginevra, presidente Aidc Milano e candidato alla presidenza dell'Ordine di Milano alle prossime elezioni di categoria: "Sono oneri e procedure faticose. Questo non bisogna dimenticarlo, perché gli studi professionali spesso non hanno le strutture degli intermediari finanziari, le modalità possiamo lavorare per cambiarle, ma dal punto di vista filosofico non c'è dubbio che può essere considerata un'opportunità in quel percorso di creazione del valore che passa anche attraverso l'individuazione del caso oltre il limite". L'importante, osserva il saggista e avvocato Umberto Ambrosoli, è che il professionista tenga sempre a mente il valore sociale del suo lavoro. "La responsabilità del professionista, l'esercizio della responsabilità, è l'occasione per la declinazione dell'orgoglio del significato del proprio ruolo". Solo così potrà cominciare un nuovo percorso di collaborazione tra Stato e professioni che per i dottori commercialisti deve necessariamente passare anche attraverso un rapporto più stretto tra Ordine e Procure.
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