Giancarlo Siani, un eroe italiano: il giornalista che morì a 26 anni per amore della verità
pubblicato il 23 settembre 2020 alle ore 09:00
È stato ucciso brutalmente con 10 colpi di pistola alla testa; sono passati 35 anni dal giorno in cui il sorriso pulito di questo giovane che lottava per la verità è stato spento, dalla barbara violenza di chi voleva tappargli la bocca; ed è per questo noi non possiamo dimenticare la sua storia. Giancarlo Siani vive al Vomero e coltiva il sogno di diventare giornalista da quando in terza media è diventato redattore capo del giornalino della classe. Curioso, solare, innamorato della legalità, lascia il liceo con il massimo dei voti poi si iscrive a Sociologia e nel frattempo si impegna per concretizzare le sue aspirazioni. In quegli anni fonda il “Movimento Democratico per il Diritto all'Informazione” insieme ad altri giovani giornalisti, partecipando con passione ai convegni sulla libertà di stampa. Quel lavoro che per lui in realtà è una missione lo porta a collaborare con il quotidiano Il Mattino di Napoli come corrispondente da Torre Annunziata, dove si occupa di cronaca e di camorra. Giancarlo scava in mezzo al fango che imbratta la vita della gente onesta, studia e analizza i rapporti e le gerarchie delle famiglie camorristiche in cooperazione con l'Osservatorio sulla Camorra. All'indomani del terremoto in Irpinia scoperchia il vaso di Pandora; con le sue inchieste scopre le connivenze tra esponenti politici oplontini e criminalità organizzata, portando alla luce una rete che parte dai clan locali si estende fino a Cosa Nostra. Se da una parte le persone e i colleghi lo stimano sempre di più, per troppi quel giovane giornalista che non resta in silenzio è diventato una minaccia. Il 23 settembre 1985 Giancarlo Siani, che solo 4 giorni prima ha compiuto 26 anni, di ritorno dalla redazione centrale del giornale parcheggia la sua inconfondibile Méhari sotto casa. Sono le 20.50 circa e lui è ancora seduto, in tasca ha i biglietti di un concerto; lo troveranno così solo pochi minuti dopo, ucciso da 10 colpi di pistola alla testa. Chi non ha memoria non ha futuro, per questo Giancarlo è ancora oggi un esempio da seguire contro le mafie, i prepotenti, contro la paura e la violenza: "Potrai cadere anche infinite volte nel percorso della tua vita, ma se sei realmente libero nei pensieri, nel cuore e se possiedi l'animo del saggio, non cadrai mai in ginocchio, ma sempre in piedi!".
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