Le lettere di un detenuto dal carcere di Viterbo: "Così sono stato torturato in cella"
pubblicato il 6 ottobre 2020 alle ore 09:36
Valerio è stato trasferito a marzo, pochi giorni prima dell'inizio dell'emergenza Covid, nel carcere Mammagialla di Viterbo. Lì racconta alla sua compagna, che chiameremo Sara, le violenze che avrebbe ricevuto da parte della polizia penitenziaria. Nelle lettere inviate dal carcere Sara legge i racconti preoccupati di Valerio, che le chiede di andare a denunciare: "La sera vengono qua in quattro e si divertono a squagliare la plastica sulle mie mani". Ma la strada per denunciare l'accaduto è tutta in salita. Sara infatti riceverà un secco no dalla prima caserma dei carabinieri dove si reca e dovrà ripiegare su quella di Ardea che, dopo qualche insistenza, accetta la sua denuncia.
(le immagini del carcere 'Mammagialla' sono state gentilmente concesse dall'Associazione Antigone)
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