Aquarius, MSF: no a strumentalizzazione di vite umane
pubblicato il 17 giugno 2018 alle ore 18:28
Risposta a Salvini: non siamo il bersaglio politico Valencia, (askanews) - Stop alla strumentalizzazione sulla pelle delle vite umane. La denuncia arriva da Claudia Lodesani, presidente di Medici Senza Frontiere Italia. MSF si trova a Valencia per l'arrivo delle tre navi (Aquarius, Dattilo della Guardia Costiera e Oriolo della Marina Militare) dopo sei giorni di navigazione. "Medici Senza Frontiere è sulla nave Aquarius, in collaborazione con Sos Méditerranée, oramai dal 2015. Siamo andati in mare ha spiegato - perché dopo Mare Nostrum ci sono stati 1.200 morti in poche settimane. Siamo andati in mare per rispondere a un bisogno dettato dal fatto che le navi che c'erano non riuscivano a coprire tutti i bisogni di salvataggi". "Tutto in collaborazione con la Guardia Costiera italiana. Cosa succederà adesso? Noi torneremo in mare perché questo bisogno rimane e torneremo in mare sempre coordinati dalla Guardia Costiera italiana. La cosa che ci stupisce ha aggiunto - è che ci troviamo di fronte a una disputa politica quando noi siamo operatori umanitari e per noi la vita umana deve rimanere al di sopra di qualsiasi discussione politica. Ci stupiamo anche perché siamo i primi tre anni fa ad avere rinunciato ai finanziamenti della Comunità europea, perché non siamo d'accordo con le politiche europee sulla migrazione. Trovarci ad essere il target di questa disputa ci stupisce e ci fa arrabbiare". Rispondendo a Salvini, che nega l'accesso delle Ong alle coste italiane, MSF chiarisce: "E' strumentale e vizioso perché siamo coordinati dalla Guardia costiera italiana. Sull'Aquarius abbiamo trasbordato più di 400 persone dalle navi della guardia costiera alle nostre. È un po' fazioso dire che le navi militari possono attraccare e quelle delle Ong no, perché c'è comunque un coordinamento. E' una strumentalizzazione che ci lascia perplessi e le vite umane sono messe in secondo piano". Poi la richiesta all'Europa: "Chiediamo all'Europa una solidarietà che inizi al momento dello sbarco, che segue una logica di diritto internazionale, del porto più sicuro e più vicino. Le vite umane devono rimanere al di sopra di qualunque gioco politico e la solidarietà europea deve essere al momento dell'accoglienza, dopo che sono sbarcati, dopo che li abbiamo salvati, vanno accolti".
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