Il vescovo che canta Sfera Ebbasta e Jovanotti per comunicare con i giovani: "Faremo un aperitivo"
pubblicato il 3 ottobre 2018 alle ore 11:45
Nel messaggio rivolto ai giovani a conclusione dell'Assemblea ecclesiale diocesana di Castrovillari, Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Ionio in Calabria cita due cantanti: Sfera Ebbasta e Jovanotti, due rapper rivoluzionari e amatissimi dal pubblico.
«Se vogliamo dialogare con il mondo giovanile, dobbiamo cercare di intercettare, di metterci sulle loro stesse onde di frequenza musicali e non. Da Sfera Ebbasta non ti aspetti che dica: “Io non sopravvivere e basta, non mi piace accontentarmi”. In questa affermazione, ma anche in altri suoi testi, io leggo una grande voglia di verità e bellezza», spiega il vescovo.
Classe ’92, Sfera Ebbasta che si autodefinisce il re della trap entra a sua insaputa in un testo scritto dal vescovo e diventa il veicolo per parlare a quei giovani che oggi sono sempre più lontani dalla Chiesa.
«Noi adulti, dobbiamo allontanarci dai pregiudizi. Sto pensando di andare a trovare i ragazzi, organizzare qualcosa assieme, fare un aperitivo, trascorrere qualche serata con loro, per capire come si sentono, cosa vogliono», spiega monsignor Savino.
Dal 2015 Savino barese di nascita e calabrese d’azione, vive a Cassano allo Ionio, un piccolo paese in provincia di Cosenza, proprio dai ‘suoi giovani’ vuole far partire il cambiamento, ma per poterli capire si avvicina alla loro musica.
«Mi piacciono cantanti diversi, quelli che mi ricordano la mia gioventù, i Pink Floyd, la Pfm, ma anche Fiorella Mannoia e Vasco Rossi. Sfera Ebbasta? Lo ascolto ogni tanto, soprattutto di notte per cercare di cogliere i desideri, i gusti e quella che io chiamo la spiritualità dei giovani».
Ma anche Jovanotti, a modo suo, va in questa direzione.
«Se esiste un Dio, forse si forse no, boh. Ma ascolto le storie disposto a crederci un po. Che siamo figli di qualcuna. Il resto è tutto da fare. Non ho radici, ma piedi per camminare, dice Jovanotti. Ecco io credo che in questo testo ci siano tutti i dubbi amletici di quel mondo complesso, articolato, ma a volte molto semplici, dei nostri giovani».
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