L'Aquarius torna in mare: non sbarcheremo mai migranti in Libia
pubblicato il 2 agosto 2018 alle ore 15:49
Sos Mediterranee: per ogni soccorso soluzioni ad hoc, c'è caos Roma, (askanews) - La priorità assoluta è il soccorso di vite in mare. Con questa convinzione la nave Aquarius, operata in partnership da Sos Mediterranee e Medici Senza Frontiere è ripartita il primo agosto dal porto di Marsiglia, dopo oltre un mese di stop per accertamenti e aggiornamenti tecnici e strategici, in seguito all'Odissea della nave con centinaia di migranti a bordo conclusasi con lo sbarco nel porto spagnolo di Valencia, dopo il no di Italia e Malta. C'è stato un radicale cambiamento delle condizioni del contesto in cui operiamo nel Mediterraneo centrale, hanno spiegato in conferenza stampa a Roma da Sos Mediterranee: manca chiarezza da parte dell'Europa; si è rafforzato il ruolo delle autorità di competenza libiche in zona SAR e si è ristretto lo spazio operativo delle navi civili. Ma la Aquarius torna a operare nel rispetto di tutte le convenzioni internazionali. Attenderemo le istruzioni delle autorità libiche che coordinano le operazioni, dice Nicola Stalla, coordinatore Sar di Sos Mediterranee, ma non sbarcheremo mai i migranti in Libia: "Persone che dalla Libia fuggono non possono essere sbarcate in Libia se non in contravvenzione dei principi e delle normative internazionali". "Requisiti per un place of safety sono che la vita delle persone soccorse in mare non deve essere più a rischio e questo riguarda la necessità di accedere a cure mediche e bisogni fondamentali ma riguarda anche la possibibilità di accedere a forme di protezione internazionali, come l'asilo o alle procedure che si applicano a persone che fuggono in quanto esposte a violazioni e abusi, ed è il caso della Libia". C'è urgente bisogno di prevenire altre vittime in mare, spiega, i morti negli ultimi due mesi sono aumentati e c'è anche bisogno di fare chiarezza sull'operato della Aquarius e sul quadro normativo internazionale, vincolante per tutti. Da qui, anche l'idea di un diario di bordo aggiornato in tempo reale che tutti possono seguire su onboard-aquarius.org. "La situazione è molto confusa, ogni intervento di soccorso trova delle soluzioni ad hoc di volta in volta". Ma la nave, dopo il precedente, si è attrezzata per fronteggiare situazioni di prolungata presenza di migranti soccorsi a bordo. E Claudia Lodesani, presidente di MSF Italia aggiunge: "Non possono chiudere i porti a persone che hanno bisogno e rischiano di annegare, è un diritto a cui va data una risposta". "Noi abbiamo chiesto un incontro, per ora l'unico che ci ha ascoltato è stato il presidente della Camera Fico, per ora il ministro Salvini pur con una nostra lettera di richiesta di due mesi fa non ci ha dato appuntamento, siamo pronti a incontrarlo, se vuole ben venga".
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