Strage Secondigliano, la telefonata di Murolo al 113: “Se mi attaccate sparo alla bombola”
pubblicato il 24 luglio 2015 alle ore 15:29
“Pronto, sono quello che sta sparando”Così esordisce al telefono Giulio Murolo dopo aver chiamato il 113.
15 giugno 2015, a Milano, nella periferia nord di Napoli l’infermiere Giulio Murolo, appassionato di armi, compie una strage scatenata da una futile lite familiare.
Uccide fratello e cognata, poi inizia a sparare una lunga scarica di colpi dal balcone di casa, colpendo e uccidendo altre tre persone.
In evidente stato confusionale l’assassino chiama il 113 per negoziare, minacciando più volte di far saltare tutto in aria sparando ad una bombola: in quasi 20 minuti di conversazione telefonica un funzionario delle forze dell’ordine riesce a gestire la telefonata e a far sì che l’omicida si consegni disarmato alla polizia.
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