Lavoro, Bagnasco: "Serve rivoluzione culturale, da io a noi"
pubblicato il 20 marzo 2014 alle ore 12:27
Nel mondo del lavoro serve una rivoluzione culturale, per passare dall'io al noi, e bisogna sostenere chi crea lavoro semplificando le burocrazie. Sono alcuni dei passggi chiave dell'omelia che il cardinale Angelo Bagnasco ha dedicato al mondo del lavoro per la ricorrenza di San Giuseppe, patrono dei lavoratori."E' necessaria e credo sia in atto e sia possibile una rivoluzione culturale concreta. Bisogna accelerare la conversione dall'io al noi, dal mio al nostro: non certo nel senso che non esistono più l'io e il mio, ma nel senso che non possono essere mai più intesi come degli assoluti, come fatto finora, cioè slegati dal resto del mondo".Il presidente della Cei e arcivescovo di Genova ha sottolineato che "la rivoluzione culturale deve investire non solo il modo di pensare privato ma anche comunitario e sociale, con ricadute sulla concezione del lavoro, sulla visione di un'economia umana e di una società che non sia un agglomerato di individui ma una comunità solidale".Secondo il presidente della Cei, "se non si velocizza e non si incentiva, si scoraggia e si allontana ogni lavoro vecchio e nuovo". Bagnasco ha poi elogiato le iniziative di molti giovani che "hanno scovato nuove vie di occupazione, grazie allo spirito di intraprendenza e alla genialità che caratterizza il mondo giovanile".
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