Tagli alla Circumvesuviana, protestano utenti e dipendenti
pubblicato il 3 gennaio 2014 alle ore 15:16
Corse soppresse, convogli strapieni e carrozze vetuste, pericoli per la sicurezza degli utenti e futuro incerto per i dipendenti dell'Eav - la società che gestisce il trasporto pubblico locale a Napoli e provincia. Un centinaio tra dipendenti della partecipata regionale e cittadini esasperati ha preso parte alla protesta svolta tra lo stazionamento dei treni di Porta Nolana e l'assessorato allo Sviluppo della Regione Campania, al Centro Direzionale di Napoli. Marcella, insegnante precaria, vede il suo posto di lavoro a rischio a causa dei continui ritardi: "Non riuscire ad arrivare al lavoro ci deprime". "Salire sul treno è diventata un'impresa" conferma Enzo Ciniglio, animatore del gruppo Facebook "No ai tagli alla Circumvesuviana". In due anni, il servizio ha subito un taglio del 58% di corse, nonostante le rassicurazioni dell'assessore Vetrella che prometteva ad ottobre circa 74 milioni di euro per il rifinanziamento dei contratti di servizio e il ripianamento dei debiti con i fornitori.
Luca De Prete, segretario provinciale dell'Orsa, ricorda: "Esiste un piano di rientro inattuato dal mese di luglio 2013. Inoltre, nel patto di stabilità regionale sono già previsti 200 milioni di euro per far ripartire l'Eav e le sue tre controllate: Circumvesuviana, Sepsa e Metro Campania". Problema di liquidità che il Movimento 5 Stelle, con un emendamento alla legge di Stabilità a firma del deputato Luigi Gallo, poteva essere superato: "Bastava sottrarre soldi ai fondi all'editoria e indirizzarli per il trasporto pubblico locale dei comuni. Ci sarebbe stato uno stanziamento di un milione di euro per ogni comune. L'emendamento è stato giudicato inammissibile", conferma Gallo.
La situazione rimane drammatica per l'enorme debito della società con i fornitori, che non garantiscono più i pezzi di ricambio necessari a riparare le carrozze. Esistono numerosi cimiteri delle Circumvesuviane, dove i mezzi rotti vengono abbandonati e cannibalizzati di tutte le parti utili a riparare altri convogli.
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