L'amnistia e l'indulto in Italia, il Paese delle carceri illegali
pubblicato il 4 dicembre 2013 alle ore 15:26
L'Italia è stata condannata dall'Unione Europea per lo stato criminale in cui versano le carceri: sovraffollamento, promiscuità, scarsa assistenza sanitaria hanno portato anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ad indirizzare un monito alle Camere ed al Governo affinché venga approntato un provvedimento di amnistia e di indulto. Ma è la via giusta per risolvere problemi sistematici del sistema penitenziario italiano? Pietro Ioia, presidente degli Ex-Detenuti Organizzati, è contrario ad una misura di amnistia che non sia accompagnata dall'inserimento lavorativo: "Che senso ha far uscire 25 mila detenuti senza dare loro una possibilità di sottrarsi alla delinquenza". Ci mostra il muro su cui appende tutte le tessere dei suoi iscritti che, dopo anni di disoccupazione una volta usciti da Poggioreale, sono tornati a delinquere e sono stati nuovamente incarcerati: "Il 70% degli indultati iscritta a Exdon è recidivo ed ora sconta la pena piena". Infatti, l'indulto -come ci spiega anche Mario Barone, presidente di Antigone Campania- è uno sconto sulla pena, che non elimina il procedimento giudiziario (al contrario dell'amnistia) ed in caso di recidiva, viene annullato ed il detenuto è condannato alla pena piena, cumulativa dei tre anni di sconto di cui ha usufruito grazie al provvedimento del 2007.
La recidiva dei detenuti usciti con il provvedimento del 2007, però, è controversa. Infatti, Donato Salzano, segretario dei Radicali di Salerno, precisa le cifre: "Il 30% de detenuti indultati è tornato a delinquere, ma la percentuale dei detenuti recidivi che scontano tutta la pena è il doppio, ovvero il 60%". Anche Antigone sostiene che "soltanto un terzo dei detenuti che hanno usufruito dello sconto di pena sono tornati a delinquere".
Rosario, ex-ladro di automobili, uscito grazie all'indulto dopo aver passato metà della sua vita dietro alle sbarre, confida: "Volevo vendermi un rene, pur di trovare un lavoro. Ma per un ex-detenuto non c'è nulla fuori dal carcere, a cosa serve l'indulto se non si hanno alternative?".
Un ragazzo tossicodipendente, arrestato per estorsione, ci racconta accanto a sua madre il calvario quotidiano: dodici persone in una cella, rinchiuse per 22 ore al giorno, costrette a lavarsi con acqua fredda. Non ci si può muovere, si viene picchiati dagli altri per qualsiasi minimo sgarro, manca l'assistenza sanitaria regolare. "Mio fisco è uscito psicologicamente distrutto dal carcere di Poggioreale, pesava 70kg ed ora arriva malapena a 40, non riesce più a prendere peso". Un salasso per le famiglie: "Ho speso 20 mila euro in due anni per mantenerlo in carcere".
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