La morte della Villa Comunale di Napoli, in pericolo anche il lungomare
pubblicato il 19 luglio 2013 alle ore 20:15
Hanno indetto il "funerale della Villa Comunale" di Napoli. Associazioni e ambientalisti denunciano l'enorme cantiere per la realizzazione della linea 6 della metropolitana, che secondo il professor Giovanbattista De Medici, ordinario di geologia presso l'Università di Napoli Federico II, ha "compromesso la staticità della Riviera di Chiaia e arginato le acque dolci che scendono a valle, facendo morire diversi alberi secolari le cui radici possono ormai attingere soltanto dall'acqua salata marina". Antonio Pariante, presidente del Comitato di Portosalvo, in prima linea nell'organizzazione del funerale-protesta di lunedì 22 luglio, invita il ministro Bray a fare visita anche la gioiello settecentesco del lungomare napoletano: "Il ministro ai Beni culturali non pensi soltanto a Pompei e alla Reggia di Caserta".
Passeggiando per la Villa Comunale, si è accolti da tronchi di alberi tagliati, recinzioni di cantiere e una lunga area di scavi che occupa metà della superficie del giardino borbonico. Il presidente dell'associazione Insieme per Innovare, Giuno d'Eclesiis, ci spiega la genesi del progetto della Metro-6: "Si tratta di una duplicazione della metropolitana già esistente, nato per sopperire al fallimento del progetto di realizzare un tram di superficie per i mondiali di Italia90. Si decise di sfruttare dei fondi europei per la costruzione di metropolitane interrate, ma è stato costruito un ecomostro". Il prof. De Medici parla chiaro: "Il crollo del palazzo alla Riviera di Chiaia lo scorso marzo è solo l'inizio, questi lavori finiranno per compromettere la staticità anche del lungomare di via Caracciolo". Nel frattempo, al centro della Villa Comunale rimane la Cassa Armonica, la cui corolla è stata smontata e gettata nel vicino cantiere della metropolitana per l'installazione delle strutture elettroniche durante l'America's Cup 2012-2013. Poco distante, la Casina del Boschetto -un tempo circolo della stampa napoletano- versa nel degrado più totale, con rifiuti ovunque e murales che ne imbrattano le pareti.
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