Ospedale del mare, spreco da 400 milioni di euro nella zona rossa del Vesuvio
pubblicato il 21 marzo 2013 alle ore 18:57
Doveva essere il più grande polo ospedaliero del sud Italia, invece è un cantiere fermo da anni trasformato in una discarica abusiva ai confini della zona rossa di massimo rischio di eruzione del Vesuvio. I costi sono duplicati, così come afferma l'europarlamentare Enzo Rivellini, passando da 200 milioni in project financing a 400 milioni totalmente a carico della Regione Campania: "come mai non ancora sono pervenuti i pareri obbligatori dell’Arsan, dell’Asl, del Comune, dei Vigili del Fuoco e del Consiglio superiore dei lavori pubblici?" chiede Rivellini in una nota inviata al commissario ad acta della sanità in Campania, il presidente della Regione Caldoro. Nel novero dei costi rientrano i 55 milioni di euro che l'amministrazione regionale dovrà pagare in tranche da 11 milioni alla volta alla Partenopea Finanza di Progetto spa (PFP), società consortile che racchiude la capofila Astaldi e altre società edili campane, che aveva vinto l'appalto per la costruzione e gestione del nosocomio ma si è tirata fuori per i ritardi accumulati dal socio pubblico. L'Ospedale del Mare di Ponticelli, periferia orientale di Napoli, sorge di fronte a uno dei più malfamati quartieri della città - il cosiddetto "Lotto zero". Vede la posa della prima pietra nel lontano 2003, con data di completamento fissata al 2008, ma i lavori accumulano numerosi ritardi fino a giungere allo stop totale nel 2009. Avrebbero dovuto riprendere nella primavera 2013 ma sono stati posticipati in autunno. Lo stop si impone quando la magistratura decide di rinviare a giudizio dodici persone con l'accusa di aver commesso irregolarità negli appalti, procurandosi vantaggi economici a spese dello Stato. Tra gli indagati ci sono gli ex-dirigenti dell'ufficio tecnico dell'Asl Na1, che avrebbero percepito indebitamenti contributi pubblici ingannando le amministrazioni locali. Il danno erariale stimato è pari a 17.598.614 milioni di euro, a vantaggio della concessionaria dei lavori per alcune varianti al progetto originale finite al centro dell'ordinanza "Mangianapoli". La struttura dell'Ospedale del Mare viene progettata con un budget di spesa di circa 200 milioni di euro in project financing con il socio privato Pfp. Il progetto prevede edificazione per 80 mila metri quadri, un ospedale con circa 500 posti letto e edifici di supporto come un albergo per i familiari dei degenti ricoverati. Sono previsti 1.400 posti di lavoro per medici e infermieri, 16 sale operatorie che dovrebbero permettere al sistema sanitario napoletano di chiudere i nosocomi di Ascalesi, Loreto Mare e Annunziata. La realizzazione dell'Ospedale del Mare deve sopperire alla chiusura dei nosocomi cittadini. Lo stop al cantiere porta alla paradossale situazione che i pronto soccorso di Ascalesi, Loreto Mare e Annunziata sono chiusi o fortemente ridimensionati, ma in assenza della nuova struttura tutti i pazienti vengono smistati nei pochi ospedali rimasti. Di questa situazione ne risente anche il Cardarelli, che sconta anche la chiusura del vicino CTO in ossequio alle drastiche manovre di bilancio imposte dal piano di riassesto finanziario che la Regione Campania ha messo in pratica per ripianare il deficit da un miliardo di euro. Ce lo spiegano i dottori Franco Verde e Vito D'Ambrosio, dell'Anaao (Associazione Medici Dirigenti), da un lato c'è il piano di rientro che impone tagli e chiusure indiscriminate, dall'altro c'è la cattiva gestione delle risorse attuali. Ne è un esempio quello che succede all'azienda ospedaliera Cardarelli, dove medici chirurghi assunti a tempo determinati per funzioni di sala operatoria, sono messi a fare accettazioni in pronto soccorso in ossequio alle nuove normative del settore. L'Ospedale del Mare sorge in piena zona rossa per il rischio di eruzione del Vesuvio. Fino a poco tempo fa, si trovava al limite della zona gialla di pericolo, ma soltanto perché - come denunciato dal prof. Benedetto De Vivo, ordinario di Geochimica Ambientale all'Università Federico II - i limiti delle zone di pericolo seguivano i confini amministrativi dei comuni e non tenevano in conto gli studi sui flussi piroclastici del vulcano. Da qualche mese, invece, i confini della zona rossa sono stati rivisti tenendo conto degli studi sui flussi e il quartiere Ponticelli è rientrato proprio nell'area di maggiore rischio - a meno di 11 km dal cratere. E dire che inizialmente, l'Ospedale era previsto dal Piano Regolatore Generale in una zona molto più lontana dal cratere. Su quei terreni è stato costruito un grande centro commerciale in seguito a una variante al Prg. "Ora il rischio è che l'Ospedale del Mare non si costruisca più - teme l'europarlamentare Rivellini - Come è possibile che in una zona dove vige l'inedificabilità assoluta, tanto da vietare la costruzione del nuovo stadio di Napoli, possa essere portato avanti un enorme cantiere come questo?"
mostra altro
altro di Alessio Viscardi
-
206059 VISUALIZZAZIONIAlessio Viscardi
-
65509 VISUALIZZAZIONIAlessio Viscardi
-
281073 VISUALIZZAZIONIAlessio Viscardi
-
80 VISUALIZZAZIONIAlessio Viscardi
-
33525 VISUALIZZAZIONIAlessio Viscardi
-
673404 VISUALIZZAZIONIAlessio Viscardi
-
1355246 VISUALIZZAZIONIAlessio Viscardi
-
442631 VISUALIZZAZIONIAlessio Viscardi
-
424215 VISUALIZZAZIONIAlessio Viscardi
-
152038 VISUALIZZAZIONIAlessio Viscardi
-
8693 VISUALIZZAZIONIAlessio Viscardi
-
176003 VISUALIZZAZIONIAlessio Viscardi
-
487050 VISUALIZZAZIONIAlessio Viscardi
-
60741 VISUALIZZAZIONIAlessio Viscardi
-
115621 VISUALIZZAZIONIAlessio Viscardi
-
726 VISUALIZZAZIONIAlessio Viscardi