Amnesty: 141 Paesi nel mondo continuano a ricorrere alla tortura
pubblicato il 13 maggio 2014 alle ore 14:04
"141 Paesi continuano a ricorrere alla tortura o ad altri maltrattamenti nonostante la maggiorparte di esse abbia sottoscritto la convenzione Onu contro la tortura". A lanciare l'allarme è il segretario generale di Amnesty International, Salil Shetti, che 30 anni dopo la convenzione delle Nazioni Unite denuncia ancora un frequente ricorso a sevizie e metodi violenti. Per riportare i riflettori su questo tema Amnesty ha lanciato la campagna globale "Stop alla tortura" e ha commissionato un sondaggio in 21 Paesi per conoscere il parere dell'opinione pubblica sull'argomento:"E' così diffusa che il timore è concreto: il 44% delle persone intervistate ha paura che se fosse arrestato nel proprio Paese, rischierebbe di essere torturato".E' stata quasi normalizzata, è diventata una routine e di sicuro negli ultimi 10 o 15 anni, se si considerano gli anni dall'inizio della cosiddetta guerra al terrorismo, l'uso della tortura soprattutto negli Stati Uniti e nella loro area di influenza è diventato talmente normale da essere considerato uno strumento per la sicurezza nazionale".Mentre l'azione di Amnesty prosegue a livello mondiale, la campagna "Stop alla tortura" si concentrerà su cinque paesi, Messico, Filippine, Marocco-Sahara Occidentale, Nigeria e Uzbekistan, dove la tortura è praticata in modo ampio per cercare di cancellare queste pratiche violente.
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