La letterina di Littizzetto a Giuli: "Ministro parla come magni!"
pubblicato il 14 ottobre 2024 alle ore 12:41
A Che tempo che fa sul Nove, artisti chiedono "pecunia che non olet" Roma, 14 ott. (askanews) - "Oh Giuli diletto contenitor procace di parole altisonanti che nel tuo primo apparir hai già rotto le sferette a tanti e tanti. Le frasi tue ci spiegan quanto la palingenesi della minchioneria protobarocca possa insufflare il vaffanculismo più frusto e antropomorfo... Ma lascia dire a noi umili poracci e servi della Gleba, che in un Paese dove cultura langue, il tuo pensiero folle rischia purtroppo assai di far cadere le balle": così la comica e attrice Luciana Littizzetto si è rivolta al ministro della Cultura, Alessandro Giuli, in una lettera a lui indirizzata - nel corso della trasmissione Che tempo che fa sul Nove - e dopo avere suonato maldestramente un flauto per ricordare il video in cui il ministro si è cimentato con un flauto di pan in mezzo a un campo di grano. "Oh divino minister (...) il sostegno vero e vigoroso all'arte e allo spettaculo. Pecunia chiediam caro ministro, pecunia che non olet, denaro buono per chi fa film, libri, teatro e arti varie", ha proseguito Littizzetto. "Tutti noi artisti, in coro ti diciamo in questo ottobre tra i castagni 'ministro, parla come magni!. Ad maiora e kalispera, buon lavoro a te e a tutta l'infosfera", ha concluso la comica.
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