L'oggettualità indispensabile: Giovanni Morbin a Bologna
pubblicato il 15 febbraio 2024 alle ore 09:56
Una mostra personale del body artisti al Museo Archeologico Bologna, 15 feb. (askanews) - Un importante body artist italiano e la fascinazione per alcuni dei reperti conservati nel Museo Civico Archeologico di Bologna, e in particolare per gli attrezzi e gli strumenti che l'uomo ha pensato e realizzato, sin dalla preistoria, per espletare le differenti necessità che via via si sono presentate. In occasione della settimana dell'arte del capoluogo emiliano, proprio negli spazi dell'Archeologico, è stata presentata una mostra personale di Giovanni Morbin. "Intanto il titolo della mostra, 'Indispensabile' - ha detto l'artista ad askanews - allude a una serie di oggettualità che in qualche maniera hanno una funzione e quindi servono a qualcosa, ecco perché indispensabili. I lavori nascono anche da un'attitudine a concepire l'opera, o almeno alcune opere, che se fossero degli attrezzi, come se fossero degli strumenti". La relazione con il Museo Archeologico è cruciale per la mostra, perché qui Morbin ha trovato molti reperti che sono come gli archetipi degli attrezzi a cui rivolge la propria ricerca. E l'esposizione suppone, anche solo a livello concettuale, il coinvolgimento dello spettatore. "In molti di questi lavori - ha aggiunto Morbin - l'utilizzo è un completamento del lavoro stesso, lo strumento è tale perché possa essere utilizzato. Molte delle strumentazioni hanno un carattere personale, privato, esistenziale. Altre invece hanno un carattere essenzialmente pubblico". La relazione con il museo è talmente forte che l'artista ha letteralmente camuffato dei suoi lavori tra i reperti archeologici, e l'unico elemento che distingue gli uni dagli altri è il colore diverso della targhetta con la didascalia. E dato che gli interventi di Morbin presentano spesso la riproduzione di parti del corpo, soprattutto un pollice, simbolo delle potenzialità della mano umana, ecco che anche tra le teche che contengono oggetti preistorici si vede andare in scena una sorta di performance silenziosa che, in fondo, è il modo in cui funziona il lavoro dell'artista.
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