Boccaletti: per emergenza acqua serve ingaggio della cittadinanza
pubblicato il 14 luglio 2023 alle ore 14:11
Serve discussione e partecipazione ai processi politici Parma, 14 lug. (askanews) - "Il sistema e il clima stanno cambiando, sollecita le infrastrutture in modo diverso e ci richiede di trasformare non solo le infrastrutture ma anche come utilizziamo il territorio". Quello della gestione dell'acqua "è un problema fondamentalmente civico che richiede l'ingaggio di tutti". Lo ha detto Giulio Boccaletti, professore associato ad Oxford ed esperto di sicurezza ambientale e risorse naturali, che ha aperto il lavori delle "Giornate dell'acqua" organizzate a Parma dall'Autoritò di Bacino distrettuale del fiume Po e da Globe associazione nazionale per il clima. "Ci stiamo rendendo conto che qualcosa sta cambiando - ha spiegato Boccaletti -. Per anni abbiamo potuto ignorare il comportamento dell'acqua sul territorio perché fondamentalmente tutti avevamo acqua che esce dal rubinetto, non dovevamo guadare fuori sulla via del lavoro, quindi ci siamo disinteressati. Ora il sistema sta cambiando. Non ci si può solo girare verso gli esperti e chiedere loro di risolvere il problema cosicché possiamo tornare ad ignorarlo. Questo è un problema fondamentalmente politico. Il sistema e il clima stanno cambiando, sollecita le infrastrutture in modo diverso e ci richiede di trasformare non solo le infrastrutture ma anche come utilizziamo il territorio, che cosa vediamo quando guardiamo fuori dalla finestra, cosa cresciamo nei nostri territori, come utilizziamo l'acqua per vivere assieme. Questo è un problema fondamentalmente civico che richiede l'ingaggio di tutti". Troppo spesso, secondo il docente di Oxford e autore del libro "Acqua. Una biografia", quando si parla di acqua si chiede alla cittadinanza di "comportarsi come consumatori: consumare meno, cambiare i prodotti che si comprano, ecc. In realtà quello che bisogna chiedere alla cittadinanza è di essere cittadini, cioè di partecipare ai processi politici che sono l'unico strumento che abbiamo per definire come gestiamo il territorio collettivamente. La risposta alla domanda 'cosa facciamo?' deve essere partecipare, discutere, avere un'opinione su come è fatto il territorio. Solo così collettivamente riusciremo a gestirlo per il futuro". Quello della gestione dell'acqua è un problema di partecipazione civica, non di proprietà, come ha ricordato Boccaletti. "Il problema della proprietà delle infrastrutture dei servizi idrici integrati non ha quasi nulla a che fare con la gestione della siccità e del clima. Noi possiamo avere un sistema pubblico che non funziona, un sistema pubblico che funziona, un sistema privato funziona e un sistema privato che non funziona. Dove c'è stata la privatizzazione comunque serve un regolatore pubblico, quindi il problema non si risolve discutendo sulla proprietà ma sulla sorveglianza. La sorveglianza è il presidio che tutti i cittadini hanno la responsabilità di fare rispetto al territorio e questo lo si fa tramite i processi pubblici: votando, partecipando alle riunioni convocate dai sindaci per parlare del territorio, partecipando nelle segreterie dei vari partiti per discutere di questi temi e di nuovo votando quando c'è l'occasione".
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