Nel 1342 Luchino Visconti, che governava la città anche a nome del fratello arcivescovo Giovanni, fece scavare nella viva roccia il grandioso serbatoio d’acqua capace di 22.000 ettolitri (43.800 brente bergamasche), che sarebbe servito non solo per spegnere la sete della gente, ma anche come riserva in caso di assedio. Il bacino è rimasto carico di acqua fino alla metà del XX secolo. Nel 2012 ha ospitato una singolare mostra di Arte povera, con un’opera luminosa dell’artista Gilberto Zorio.