Criticate, disprezzate, odiate e degradate, a lungo le case popolari sono state oggetto di accuse e colpevolizzate della disuguaglianza nel tessuto sociale delle città. Eppure la loro costruzione, soprattutto quella concentrata tra gli anni Cinquanta fino agli anni Ottanta del Novecento, è stata figlia di idee progressiste e di inclusione. Molti dei progetti di edilizia popolari sono in realtà firmati da alcuni dei più importanti architetti della storia dell'architettura italiana ed estera. E hanno rappresentato in vari paesi del mondo la prima possibilità di sperimentazioni delle strutture in calcestruzzo e di vari tipi di combinazioni strutturali con inevitabili influenze di Le Corbusier e del Razionalismo tedesco della Bauhaus e del Werkbund.