L’Harley Davidson e il sogno americano di Alberto Sordi
pubblicato il 16 settembre 2014 alle ore 18:10
Dai primi del ‘900, quando in un garage di Milwaukee, nel Wisconsin, nasceva il primo prototipo di bicicletta motorizzata, la passione di William Harley e Arthur Davidson ne ha fatta di strada: una storia lunga più di un secolo, ufficializzata il 28 agosto del 1903 con la fondazione dell’Harley-Davidson e partita quattro anni più tardi quando, il 17 settembre 1907, veniva fondata la Harley Davidson Motor Company, anno in cui la Casa cominciò la vendita delle prime motociclette per la polizia. Da allora il mito dell’Harley resta immutato, scandendo la storia di oltre un secolo con il suo caratteristico suono di scarico capace di conquistare star della musica e del cinema del calibro di Elvis Presley e James Dean. Grazie a loro e a film epocali, l’Harley diventa uno status symbol, quel mito che in Italia alimenta quel sogno americano e che il grande Alberto Sordi ha magistralmente interpretato in quella che è ancora oggi la più grande parodia dello stile di vita d’Oltreoceano. In “Un americano a Roma” Sordi è Nando Meniconi, un giovanotto di Trastevere che alla guida una di WLA 750, anche nota come “Liberator” perché portata nel Vecchio Continente dai liberatori americani, regala uno spaccato di storia che nessuna sella giapponese potrà mai lontanamente rievocare.
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