Incursione israeliana a Jenin, 39 morti e distruzione: la testimonianza di Medici senza Frontiere

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Idart
pubblicato il 23 settembre 2024 alle ore 13:01
Il 28 agosto scorso è stata effettuata dalle forze israeliane nelle città di Tulkarem, Jenin e Tubas, in Cisgiordania la più intensa incursione dal 2002 per l’entità dei danni e per il numero di vittime. Sono state uccise in totale 39 persone, secondo il Ministero della salute.
 
A Jenin l'incursione è durata 9 giorni. Gran parte delle strade sono state distrutte, le pompe d’acqua sono state colpite o rotte lasciando aree senza accesso all’acqua così come all’elettricità, specialmente nel campo profughi e nel quartiere orientale della città. La popolazione è rimasta bloccata e l'accesso all’assistenza sanitaria è stato ostacolato, con veicoli militari posizionati strategicamente davanti agli ospedali. Le ambulanze e gli operatori sanitari sono stati ripetutamente perquisiti e, in alcuni casi, persino attaccati.
 
Queste incursioni in Cisgiordania sono sempre più frequenti e imprevedibili, e stanno avendo un forte impatto sulla salute fisica e mentale dei palestinesi. La maggior parte della popolazione vive nella costante paura che si ripetano.
 
“Sappiamo che possiamo essere colpiti in qualsiasi momento, ma è l'unico modo per portare i pazienti fuori dal campo per ricevere cure mediche”, ha detto a Fanpage.it Salah, che fa parte di un gruppo di paramedici volontari di MSF che ogni giorno rischiano la vita per fornire cure salvavita alla popolazione che vive nel campo.
 
Anche le attività di Medici Senza Frontiere (MSF) sono state gravemente compromesse dall'incursione a Jenin e nei giorni dell’incursione è stata fatta una donazione di farmaci, pannolini e latte per bambini che i volontari hanno consegnato alle persone rimaste bloccate nel campo.
 
Subito dopo la fine dell’incursione israeliana i team di MSF hanno ripreso le attività di primo soccorso psicologico. Le persone supportate riferiscono di aver perso ogni speranza, di essere in preda a una forte ansia e di temere per il rischio costante di altre incursioni. Sono tanti i bambini che hanno subito traumi e soffrono d’insonnia o hanno incubi ricorrenti, perché la maggior parte delle incursioni è avvenuta di notte, che rimane dunque un momento critico da superare.
 
Dal 7 ottobre 2023, 705 persone sono state uccise e 5.700 sono state ferite in Cisgiordania, secondo i dati del Ministero della salute.
 
(credit Alexandre Marcou/MSF)