L'incubo delle donne Rohingya: rimaste incinte dopo gli stupri dei soldati birmani

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Mirko Bellis
pubblicato il 9 luglio 2018 alle ore 14:16
I rifugiati della minoranza musulmana dei Rohingya hanno subito ogni genere di abusi da parte delle forze di sicurezza birmane. Storie di violenza e crudeltà, di case e comunità rase al suolo, di bambini uccisi a sangue freddo e di donne brutalmente violentate.
Sono passati 10 mesi da quando è iniziata la repressione contro questa comunità e migliaia di donne Rohingya dopo essere state stuprate dai soldati birmani sono rimaste incinte. Alcune hanno abortito, altre hanno cercato di nascondere il più possibile la loro gravidanza per la vergogna.
Secondo l'Unicef, negli ultimi mesi più di 16.000 bambini sono nati nei campi profughi e insediamenti informali a Cox's Bazar, in Bangladesh. Tuttavia, è difficile stimare il numero di nascite conseguenti allo stupro. 
“Fino a quando non saranno in vigore le condizioni in Myanmar che permetteranno ai rifugiati di tornare a casa come cittadini, con i loro diritti e la loro dignità intatti, i Rohingya sono bloccati in Bangladesh, nessuno sa per quanto tempo”, hanno stabilito le Nazioni Unite.
Foto: Unicef