Il 6 maggio 2013, il 911 riceve la telefonata di una giovane donna che afferma di essere Amanda Berry, scomparsa nel nulla dieci anni prima. Giunti sul posto, al 2207 di Seymour Avenue,
Cleveland, i poliziotti traggono in salvo Amanda, la figlioletta e altre due vittime: Georgina "Gina" DeJesus, 23 anni e Michelle Knight, 32. Per il proprietario della casa, Ariel Castro, 52enne disoccupato, scatta l'accusa di sequestro di persona e stupro. Proprio dell'aguzzino che le ha segregate come schiave sessuali, incatenate, e picchiate e la figlioletta della giovane Amanda. Condannato a oltre mille anni di carcere, Castro si toglierà la vita nella sua cella un mese dopo il verdetto dei giudici.