pubblicato il 3 maggio 2018 alle ore 13:18
Il 12 ottobre 2007 il falegname
Aldo Bianzino e la compagna Roberta Radici vengono prelevati dalla loro casa di
Perugia e portati in carcere. L'accusa: aver coltivato una decina di piante di cannabis. Roberta resta in cella due giorni, il 14 ottobre viene scarcerata e torna in famiglia. Aldo, invece, torna a casa in una bara. Scatta il processo per omicidio che si conclude con una condanna per omissione di soccorso a carico dell'agente penitenziario Gianluca Cantoro. Quando fu esaminato il corpo di Aldo Bianzino presentava ematomi, danni a fegato e milza e a due costole fratturate.