Tra sfollati e spari, il lavoro di Medici senza frontiere nella Repubblica Centrafricana

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Mirko Bellis
pubblicato il 21 novembre 2017 alle ore 17:23
La sanguinosa guerra civile che ha sconvolto la Repubblica Centrafricana tra il 2013 e il 2015 fa sentire ancora pesantemente i suoi strascichi. Nonostante la firma di un nuovo accordo di pace il 19 giugno scorso fra il governo e diversi gruppi politico-militari, il paese sta scivolando in una situazione di grave emergenza umanitaria, con un intenso conflitto soprattutto nella parte centrale e orientale del paese che sta provocando spostamenti massicci di persone a un livello mai visto dalla crisi del 2014, con oltre 600.000 sfollati e oltre mezzo milione di rifugiati nei paesi limitrofi.
Medici senza frontiere gestisce la più grande maternità a Bangui, la capitale della Repubblica Centrafricana. L'organizzazione internazionale impiega attualmente più di 2.400 persone di staff locale e 230 operatori internazionali in circa 20 progetti, attraverso i quali le équipe mediche forniscono cure pediatriche, vaccinazioni, assistenza sanitaria materna, chirurgia. Nel primo semestre del 2017 ha fornito quasi 400.000 consultazioni mediche, ha trattato oltre 200.000 persone per malaria e ha assistito quasi 10.000 nascite.