Milano, il bike sharing a flusso libero scatena l'inciviltà di (alcuni) utenti

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francesco loiacono
pubblicato il 2 ottobre 2017 alle ore 15:48
Bici parcheggiate sugli alberi, in cima alle cabine telefoniche o sul fondo del Naviglio. Da metà settembre a Milano è in corso una sorta di esperimento sociale. Due società (entrambi cinesi), Mobike e Ofo, hanno lanciato un servizio di bike sharing "free floating", ossia a flusso libero. In sostanza, dopo essersi registrati sulle relative app si possono noleggiare e lasciare le bici ovunque, purché si tratti di un posto regolare.
Questo, almeno, secondo le intenzioni dei gestori del servizio. In realtà, in città si moltiplicano le segnalazioni di parcheggi improbabili. Molti, inoltre, considerano le bici a noleggio come un bene di proprietà, lasciandole chiuse con catenacci privati all'interno di cortili inaccessibili dall'esterno a chi vuole utilizzare le bici a noleggio secondo le regole. Gli episodi di inciviltà sono così numerosi che Ofo (la società più colpita dall'uso improprio) ha deciso di cambiare la propria politica: le bici resteranno gratuite fino al 31 ottobre, ma adesso che le vorrà utilizzare dovrà indicare per forza sulla app una carta di credito valida. Una sorta di deterrente che, si spera, possa servire per contrastare l'inciviltà e ribaltare le sorti di un esperimento sociale che, al momento, vede perdere tutta la città, a causa di una percentuale sicuramente ridotta dei suoi abitanti.

(Foto dal gruppo Facebook "Critical mass Milano")