Grecia, oltre 5.000 profughi minori non accompagnati. Molti di loro finiscono per prostituirsi

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Mirko Bellis
pubblicato il 27 aprile 2017 alle ore 19:15
Sono oltre cinquemila i minori non accompagnati che vivono nelle strutture di accoglienza greche in attesa che gli venga riconosciuto il diritto d’asilo. Stipati in campi sovraffollati ad Atene, Salonicco o nelle isole di Lesbo e Chios, gli adolescenti afghani, siriani o pakistani vengono adescati da uomini maturi che si approfittano della loro situazione di vulnerabilità. I richiedenti asilo, poco più che bambini, vendono il loro corpo per soli 15 euro: una situazione di degrado descritta da due ricercatori dell’università americana di Harvard, che definiscono lo sfruttamento sessuale dei minori rifugiati in Grecia come un’epidemia. I giovani profughi si prostituiscono per racimolare i soldi necessari a pagare i trafficanti e poter raggiungere così i Paesi del Nord Europa. In alcuni casi, il sesso a pagamento serve solo a sfamarsi e sopravvivere. Le conseguenze della prostituzione sui migranti minorenni sono devastanti: malattie sessualmente trasmissibili, depressione e un profondo senso di vergogna. E, come ha denunciato anche Save the children, il limbo in cui si trovano sta provocando un aumento allarmante dei casi di autolesionismo e tentativi di suicidio.
Foto (Louisa Gouliamaki/Panayotis Tzamaros/AFP/Getty Images)