Torturata e messa alla gogna: era accusata dai filorussi di essere una spia

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V.M. Straka
pubblicato il 2 settembre 2014 alle ore 11:20
Avvolta in una bandiera ucraina, Irina Dovgan è costretta a passare i suoi giorni in una strada di Donetsk con indosso un cartello che la identifica come spia: "Lei uccide i nostri figli". E' stata messa lì dai ribelli filorussi semplicemente perché ha deciso di appoggiare l'esercito di Kiev nell'ambito della crisi ucraina, raccogliere fondi in sostegno dei soldati, diventando per loro un'attivista sui social. La donna, 52 anni, che gestisce un salone di bellezza, ora è stata rilasciata e ha raccontato la sua drammatica storia a Radio Free Europe/Radio Liberty. Dopo aver appreso dalla Rete cosa faceva nel tempo libero, i miliziani separatisti sono andati a prelevarla a casa lo scorso 24 agosto. L’hanno bendata, interrogata, torturata, minacciata di stupro e di morte, hanno esploso in aria dei colpi. Fino a che la donna, terrorizzata, ha cominciato ad implorarli di ucciderla. A quel punto è stata messa alla gogna, come si vede nelle foto. Solo dopo quattro giorni, il 28 agosto, è stata rilasciata, dopo che due giornalisti stranieri hanno supplicato il leader del del battaglione Vostok, Aleksandr Khodakovsky, di liberarla.