Il cioccolato crea dipendenza?

È vero che il cioccolato crea dipendenza come le droghe? Perché quando è lì davanti ai nostri occhi non riusciamo a resistere alla tentazione di mangiarlo? Qual è il suo superpotere che lo rende così irresistibile?
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Rubrica a cura di Simone Gabrielli
4 Gennaio 2024

Tutto comincia al primo contatto del cioccolato con la nostra lingua, quella sensazione lì è il primo superpotere del cioccolato. I ricercatori dell’Università di Leeds, hanno scoperto che quando un pezzetto di cioccolato entra in contatto con la lingua, si scioglie, rilasciando uno strato di grasso che crea una specie di pellicola che avvolge tutte le superfici della bocca, facendoci vivere un’esperienza sensoriale che ci resta impressa e ci fa venire l’acquolina al solo pensiero. Secondo me questo è il segreto di Willy Wonka nella sua Fabbrica di cioccolato.

Già al primo contatto con il cioccolato i neuroni del nostro cervello rilasciano il neurotrasmettitore dopamina, chiamato anche “ormone della felicità”. Questa molecola svolge molte funzioni nel nostro cervello ma, una in particolare, è responsabile della voglia di cioccolato: l’attivazione delle vie neuronali della ricompensa. Praticamente è il sistema che usa il nostro cervello per dirci che quello che stiamo facendo ci piace, e visto che questa cosa piace, il cervello ci chiede di continuare a farla.La stessa cosa succede quando ascoltiamo della buona musica, un timbro di voce particolare che ci piace, altri bisogni fisiologici come bere acqua e l’amore. Infatti la dopamina è chiamata anche “ormone dell’amore”.

Dipendenza da cioccolato

Ma perché proprio il cioccolato? Cosa c’è al suo interno che fa scattare nel nostro cervello il rilascio dopamina?  In America, qualche anno fa, coniarono il termine “chocoholic”, traducibile in italiano col termine “cioccolismo”, per indicare la dipendenza dal cioccolato. Nato come termine scherzoso i ricercatori si sono effettivamente chiesti se poteva esistere una sorta di dipendenza da cioccolato e quali fossero le molecole responsabili. Il cioccolato contiene più di 500 molecole, che prese singolarmente effettivamente potrebbero avere effetti stimolanti, eccitanti, sull’umore, ma ce ne sono in quantità così ridotta che ci vorrebbero chili di cioccolato per renderle efficaci. Per fare degli esempi: nel cioccolato c’è la caffeina, ma bisognerebbe ingerire mezza tavoletta di fondente per avere gli stessi effetti di una tazzina di caffè. Recentemente nel cioccolato è stata scoperta anche l'anandamide. Il nome di questa sostanza deriva dalla parola “ananda” che in sanscrito significa felicità: infatti, l'anandamide, che si trova anche nella cannabis, ed è in grado di stimolare le percezioni sensoriali ed a indurre euforia. Ma anche qui è così irrilevante la quantità di questa sostanza che sarebbe assurdo attribuire al cioccolato il merito di portare felicità nella nostra vita e nemmeno la dipendenza. Quindi la dipendenza da cioccolato non esiste? Anche se i pareri sono contrastanti tutti concordano sul fatto che la voglia di cioccolato sia reale. Da cosa dipende allora? Il vero segreto è la combinazione di dolcezza, morbidezza e cremosità in termini di gusto e odore che crea questa attrazione verso il cioccolato. Lo zucchero aggiunto (abbiamo scritto un articolo sullo zucchero) unito alla componente di grassi rende questo alimento ad alta densità energetica e contribuisce all'esperienza positiva del consumatore. Uno dei nostri istinti primari è sopravvivere, per sopravvivere dobbiamo mangiare e per questo che i cibi ad alto contenuto energetico ci risultano molto più gradevoli. Il consumo di cioccolato, nella nostra cultura lo associamo a un'esperienza emotiva positiva, fornisce conforto e spesso viene utilizzato per alleviare lo stress e le emozioni negative. Per questo in Harry Potter il prigioniero di Azkaban, il professor Lupin dà del cioccolato ad Harry dopo l’attacco dei Dissennatori. Non cito Harry Potter a caso, l’autrice del libro ha spiegato che la figura dei Dissennatore ruba la felicità alle persone e quale cibo, se non il cioccolato, come miglior rimedio per sconfiggerli sprigionando nel cervello la dopamina l’ormone della felicità?

Effetti del cioccolato

Quindi morale della favola, dopo tutta questa spiegazione, il cioccolato alla fine fa bene o fa male? Dipende da due fattori: dal tipo di cioccolato e da quanto ne assumiamo. Partiamo dal tipo di cioccolato: come già saprete il cioccolato consigliato è il cioccolato fondente. Quello che non sai forse è perché. Il motivo principale è che le proprietà benefiche sono legate alla percentuale di cacao, che deve essere almeno del 70% o superiore – quindi, come vedi, nemmeno tutti i tipi di cioccolato fondente rientrano nel discorso. Il cacao oltre a contenere micronutrienti, come vitamine e minerali, è ricco di polifenoli che sembrano aiutare a tenere sotto controllo la pressione. E gli altri tipi di cioccolato?  Beh, il cioccolato a latte è fatto prevalentemente di latte in polvere e zucchero e poche tracce di cacao. Mentre il cioccolato bianco praticamente è un cioccolato che non ce l’ha fatta. Questo perché è fatto solo di burro di cacao e zuccheri. Piccola curiosità: il cioccolato è spesso accusato di far venire l’acne ma in realtà non ci sono prove sufficienti per determinare una relazione tra acne e consumo di cioccolato.

Quantità da assumere

Ma ora arriva il problema: quanto cioccolato mangiare? Quando dobbiamo fermarci? Purtroppo il cioccolato ha molte calorie ed eccedere con le porzioni rischia di farci mettere su peso con tutti i problemi di salute legati a sovrappeso e obesità. Tieni conto che i polifenoli, quelli che fanno bene alla pressione e al sistema circolatorio, di cui parlavamo prima, sono presenti anche in altri alimenti come la verdura, che non ha il problema di avere troppe calorie. Quindi la soluzione è solo una: cercare di non esagerare mangiando qualche quadratino al giorno non solo per le sue proprietà salutari, ma anche per la gioia che ci dà.

Questo articolo fa parte della rubrica
Sono un Biologo Nutrizionista conosciuto sui social come “Nutri-Nerd” per il mix di competenza scientifica e cultura popolare che inserisco in altro…