Il difensore di Ruotolo: "Non era nel parcheggio del delitto, era andato via qualche minuto prima”
pubblicato il 11 aprile 2016 alle ore 19:58
Roberto Rigoni Stern spiega a Fanpage.it la posizione di Giosuè Rutolo, l'unico sospettato dell'omicidio della coppia Trifone e Teresa, barbaramente uccisi fuori dalla palestra che frequentavano. Si è ipotizzato che - alla base del tragico gesto - ci fosse stato un litigio tra Trifone e Giosuè ma il legale di Ruotolo non ci sta: "Non vi erano né abrasioni né polsi fasciati né tumefazioni che potessero far pensare ad un litigio con Trifone. Nessuno ha mai visto Ruotolo con un labbro spaccato o con il volto tumefatto come volevano far credere due commilitoni che abitavano con Trifone". Tra i due, secondo il difensore, c'era non solo un rapporto di colleganza ma anche di "rispetto": "Il 5 Marzo Trifone invia un sms a Giosuè dal tono scherzoso. C'era un rapporto che non poteva far presagire un'azione così violenta". Ruotolo - che il legale ha definito "provato ma fiducioso nella magistratura" - continua a proclamare la sua innocenza: "Dimostreremo che il mio assistito, nel momento del delitto, non era con la sua auto in quel parcheggio. Era andato via qualche minuto prima". E infine ha precisato: "C'erano 9-10 persone che insistevano all'interno dei loro veicoli e che hanno assistito alla scena. Persone su cui non è stata aperta alcuna indagine”.
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