Compra una casa da 300 mila euro, lo Stato vuole confiscarla: 'bene della camorra'
pubblicato il 13 dicembre 2014 alle ore 13:39
Una vicenda 'kafkiana', così definisce Mauro Zampognaro il calvario giudiziario nel quale si è ritrovato dopo aver comprato nel 2005 una casa a Pompei. Dopo anni dall'acquisto e da tutte le verifiche del caso effettuate da un notaio, l'Agenzia nazionale per i beni confiscati alla criminalità organizzata ha cominciato un'azione giudiziaria contro la sua famiglia per mettere in atto una vecchia confisca riguardante l'immobile. Secondo sentenze passate in giudicato, la casa sarebbe il frutto di una tentata estorsione del boss Cesarano ai danni della società che stava edificando il lotto edilizio. Nonostante l'estorsione non si fosse compiuta e nonostante la particella abitativa dell'immobile fosse stata trascritta male (rendendo impossibile al notaio di risalire alla vicenda giudiziaria di fine anni Novanta), l'ente ha iniziato una battaglia legale nei confronti di Mauro. Oggi, dopo aver perso ben due cause, Mauro ho poche speranze se non quella di aggrapparsi all'idea di una giustizia equa: "Si confisca la casa ad una famiglia onesta che si è indebitata, ha acceso un mutuo e non ha altre prospettive".
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