In cella con il tumore ai polmoni, la moglie: "Lo curano con la tachipirina"
pubblicato il 20 settembre 2014 alle ore 11:30
"Mio marito ha il tumore e sa come lo curano? Con la Tachipirina. Non gli danno nemmeno un cerotto per i dolori". Luigi Moscato ha 55 anni ed è rinchiuso nel carcere di Poggioreale, a Napoli, in attesa di essere giudicato per un reato che, giura la moglie Lucia, "non ha commesso". E' accusato di essere coinvolto in un giro di ricettazione. Ma Moscato ha un tumore ai polmoni con metastasi e, nonostante sia in attesa di giudizio e incensurato, passa le giornate tra la cella e l'ospedale, dove si reca per essere sottoposto alla chemioterapia. Per i dolori lancinanti, racconta la moglie, gli hanno dato solo la tachipirina. I familiari chiedono che l'uomo venga trasferito in ospedale per essere curato o agli arresti domiciliari: "Me lo faranno morire in carcere - dice disperata la moglie - Pensi che sono riuscita vederlo solo dopo due settimane che era lì". La denuncia è stata portata in una conferenza stampa che si è tenuta davanti al carcere, organizzata dall'associazione ex detenuti napoletani presieduta da Pietro Ioia, alla quale ha partecipato l'associazione radicale Per La Grande Napoli, rappresentata da Luigi Mazzotta. Lunedì il garante dei detenuti della Regione Campania, Adriana Tocco, farà visita al detenuto, che al momento è ristretto nel Padiglione S.Paolo del carcere di Poggioreale
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