Omicidio Cimò, chiesto l'ergastolo per il marito. L'uomo in lacrime "Dite che l'ho fatta a pezzi ma io aspetto che torni"
pubblicato il 27 settembre 2016 alle ore 18:27
Il pubblico ministero Angelo Busacca ha chiesto l'ergastolo con isolamento diurno per tre mesi per Salvatore Di Grazia, marito di Mariella Cimò, scomparsa il 25 agosto 2011 da San Gregorio, alle porte di Catania. Secondo l'accusa, Di Grazia avrebbe prima ucciso la moglie e poi avrebbe soppresso il suo cadavere: alla base del tragico gesto un litigio sulla gestione di un autolavaggio di famiglia e su presunte relazioni extraconiugali. Durissima la replica di Di Grazia in aula: "E che dovevo fare la commemorazione di mia moglie che è andata a divertirsi? La commemorazione l'ho fatta incontrando qualche bella donna [...] Spero che mia moglie ritorni domani così tutte queste cassandre vadano a farsi una bella passeggiata a mare". E ancora: "Sono rimasto solo in questo deserto sentimentale perché ancora aspetto mia moglie. E, invece, mi si dice che l'ho fatta a pezzi [...] Sono disponibile a morire il giorno dopo che torna mia moglie solo per dimostrare a queste cassandre che si stanno sbagliando, che sono prevenuti e che stanno costruendo una verità che non è la mia”.
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