Racket nei cantieri, imprenditori denunciano "colleghi" estorsori
pubblicato il 21 gennaio 2014 alle ore 15:53
Hanno denunciato i loro colleghi che si offrivano ai clan della camorra come intermediari per chiedere il pizzo o farsi versare direttamente la tangente. È partita dalla denuncia di due imprenditori taglieggiati l'inchiesta che ha portato all'arresto di 8 presunti affiliati al clan Crimaldi, tra Acerra e Afragola: tre sono imprenditori che avevano scelto di collaborare con i camorristi. Le accuse sono associazione di tipo mafioso, concorso in estorsione, lesioni personali e danneggiamento seguito da incendio.Le indagini dei carabinieri di Castello di Cisterna hanno ricostruito le attività di un nuovo clan di camorra capeggiato da personaggi vicini ai clan di Acerra, già condannati per reati di matrice mafiosa: chiedevano tangenti dai mille ai cinquemila euro al mese a sei imprese edili impegnate in più cantieri, imponendo sia a chi rivolgersi per l'esecuzione dei lavori e la fornitura dei materiali e sia il pagamento di una percentuale sul valore dell'appalto. Chi non pagava veniva prima intimidito con violenza, poi punito con l'incendio dei macchinari nei cantieri. Al gruppo è contestato l'attentato incendiario a una betoniera che aveva appena scaricato materiale nel cantiere edile di un imprenditore che non voleva piegarsi al clan.
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