Violenze e terrore nelle carceri italiane. Il caso Poggioreale
pubblicato il 18 dicembre 2013 alle ore 12:32
"Mio padre è sulla sedia a rotelle, ha problemi cardiocircolatori gravi, e lì è un dramma tutto: farsi la doccia, riscaldarsi. Poco tempo fa non avevano nemmeno l'acqua calda". Nella galera d'Europa dove un detenuto ha meno spazio vitale di un maiale d'allevamento (2 metri per 2), sono sempre di più gli ammalati che avrebbero bisogno di essere curati diversamente, in strutture ospedaliere o ai domiciliari. Come Vincenzo di Sarno, affetto da un tumore in fase terminale, che ha chiesto anche la grazia al Presidente della Repubblica. O come Federico Perna, sulla cui morte è stata aperta un'inchiesta. E poi c'è l'aspetto controverso delle violenze in carcere, che Pietro Ioia, presidente degli ex detenuti organizzati di Napoli, dichiara di aver denunciato. In particolare, Ioia parla dell'esistenza di una "cella zero", dove alcuni detenuti verrebbero selvaggiamente picchiati e sottoposti a maltrattamenti di vario genere.
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