Afghanistan, scuola e calcio full-time per dimenticare la guerra
pubblicato il 11 novembre 2013 alle ore 11:08
Un'intensa attività di lezioni in classe e pomeriggi alla scuola calcio per tenere i giovani afgani, i loro occhi e le loro menti, lontano dagli orrori della guerra. E' quello che accade nell'orfanotrofio di Sheikh Zayed, a Kandahar la città raccontata nel 2001 dal regista afgano Mohsen Makhmalbaf nel film "Viaggio a Kandahar".Ciascuna giornata è concepita in modo da riempire quasi del tutto il tempo dei ragazzi affinché indugino il meno possibile sulle storie raccontate dai loro padri, storie di battaglie e omicidi di massa, storie delle violenze dei talebani e delle vittime "collaterali" dei raid occidentali. Storie dei loro stessi coetanei a cui sono stati amputati gli arti perché devastati dalle mine antiuomo.Ci si alza presto, anzi prestissimo. Alle 4:30 ci si trova in piedi per pregare, poi si fa colazione e via a studiare, perché il futuro bisogna guadagnarselo. Matematica, Pashtun, Inglese, Religione, Informatica, una piccola pausa per il pranzo e arriva il momento di andare sui campi a tirar calci al pallone.A litigare per un rigore mancato ed esaltarsi per il goal più bello mai segnato, anche se le esplosioni sullo sfondo non sono i petardi della Curva sud.
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