India, l'attivista: contro gli stupri la pena di morte non basta
pubblicato il 13 settembre 2013 alle ore 17:42
- La pena di morte non è la risposta migliore alla violenza sessuale sulle donne, un tema tornato alla ribalta in India dopo la condanna alla pena capitale inflitta ai quattro autori dello stupro mortale a una ragazza su un autobus a New Delhi. Per Kavita Krishnan, attivista della All India Progressive Women's Association, il ricorso alla pena più grave non è risolutivo: "Non è un deterrente, in alcuni casi si rivela inutile. Abbiamo bisogno di certezza della pena e un più alto tasso di sentenze e condanne più che di una maggiore severità delle sentenze". La vicenda ha fatto il giro del mondo e scosso l'India, impressionata dal coraggio della vittima, ed è stata l'occasione per far emergere la rabbia accumulata di una parte della società, che è scesa in piazza."La maggior parte delle persone ha un approccio patriarcale. Sono molto virtuosi se si tratta di un caso di stupro, ma quando si parla di sessismo o del tema in generale, pochi si battono per cambiare". La legge ha sancito molti cambiamenti importanti nella definizione e nel riconoscimento di reati, e nella fine dell'impunità per i violentatori, ma molto resta da fare. "Per esempio lo stupro da parte del marito non è riconosciuto dalla legge, i militari possono essere giudicati solo da tribunali appositi. Dobbiamo continuare a combattere contro misoginia e sessismo".(immagini Afp)
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