Scuola, la rabbia dei precari: "Trattati come poveracci dopo decenni di precariato"
pubblicato il 5 settembre 2013 alle ore 19:20
C'è chi, dopo 30 anni di contratti e contrattucci, oggi aspetta le supplenze temporanee. Quelle di uno-due mesi, a volte anche qualche settimana."Come quando ero giovane - è lo sfogo di una prof - Ma oggi, giovane non lo sono più". C'è chi si è rifiutato di fare il concorso-beffa che ha portato all'agognata immissione in ruolo solo il primo in graduatoria per ogni insegnamento. E gli altri? I posti disponibili sono solo virtuali. C'è chi il concorso l'ha fatto, l'ha superato, e comunque attende a casa. E c'è chi ride amaramente perché, dopo venti anni di insegnamento, diverse specializzazioni e centinaia di studenti formati, deve aspettare il prossimo concorso per sentirsi dire che sì, è idoneo a insegnare. Il malessere dei precari della scuola esplode a pochi giorni dell'inizio dell'anno scolastico in varie città d'Italia: da ieri e fino al 9 settembre sono in presidio in varie città d'Italia, tra le quali Napoli. La mobilitazione viene portata avanti in attesa che il ministro dell'Istruzione decida sul destino non solo degli insegnanti, ma anche del personale amministrativo precario e dei cosiddetti "Quota 96", cioè i prof che a causa della riforma Fornero che ha allungato l'età pensionabile dovranno attendere ancora tempo prima di andare in pensione.
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