La casa di Pupetta Maresca a Castel Volturno diventa una sartoria sociale
pubblicato il 2 luglio 2013 alle ore 08:20
Pupetta Maresca trascorreva le proprie vacanze a Catel Volturno, Baia Verde, un conato di cemento su una pineta secolare affacciata sul mare -un tempo limpido- della costiera casertana. La prima donna boss affiliata alla camorra della Nuova Famiglia di Alfieri, in prima fila nella guerra contro la NCO di Cutolo, è oggi protagonista di una discussa fiction televisiva. La sua casa al mare, però, confiscata dalla magistratura è stata consegnata all'associazione Jerry Masslo e trasformata in una sartoria sociale dove ragazze immigrate vittime di tratta degli esseri umani, vengono salvate e avviate ad un percorso lavorativo concreto, confezionando abiti in stile occidentale utilizzando stoffe e tonalità tipicamente africane. D'altronde, Castel Volturno è un pezzo di Africa impiantato nel cuore della Campania. Qui, il boss del Casalesi Giuseppe Setola, volendo annichilire la mafia nigeriana -che amministra il traffico di droga e di prostitute- diede luogo cinque anni fa ad una strage insensata. A colpi di kalashnikov, massacrò sei ragazzi africani che con la malavita non avevano nulla a che vedere, ma che si trovavano per strada quando il commando decise di lanciare un avvertimento ai rivali. Camora, droga e prostituzione, questa è Castel Volturno, una città costruita distruggendo con il cemento una pineta secolare - spianata per far spazio alla Domitiana, una strada provinciale lunga più di 50 chilometri. Qui è morta anche Miriam Makeba dopo che gli immigrati erano scesi in strada pieni di rabbia contro la camorra feroce dei Casalesi.
La casa al mare di Pupetta Maresca sorge a Baia Verde, una spianata di villette abusive costruite negli anni Sessanta. Un tempo, simbolo del potere della prima donna camorrista, oggi è la "Casa di Alice" affidata all'associazione Jerry Masslo e tappa del Festival dell'impegno civile. Dopo la sfilata di abiti cuciti dalle giovani donne salvate dai maltrattamenti, abbiamo potuto parlare con l'anima di questa oasi di pace, Anna Cecere: "Castel Volturno è un posto dimenticato, qui non ci vengono solo gli immigrati che non hanno altri posti dove andare, ma anche tutti gli italiani che perdono il posto di lavoro. Così si creano grandi ghetti, privi di servizi". Renato Natale, ex-sindaco di Casal di Principe e presidente dell'associazione intitolata a Jerry Masslo, ci ricorda che "qui la camorra ha distrutto ogni possibilità di sviluppo legale, con l'abusivismo edilizio e l'interramento dei rifiuti tossici, con la droga e lo sfruttamento della prostituzione". La senatrice del Pd, giornalista sotto scorta, Rosaria Capacchione, è amareggiata dal tentativo di "far passare Pupetta Maresca come esempio positivo delle donne moderne con una fiction in tv". Federico Cafiero de Raho, ex-magistrato della Dda di Napoli oggi procuratore di Reggio Calabria, è perentorio: "Gli arresti dei vertici del clan dei Casalesi non hanno scalfito il potere economico della camorra. Finché avranno il denaro, potranno facilmente ricostruire il proprio braccio armato criminale".
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