Teresa: "Mio fratello ha l'Alzheimer, aiutatemi"
pubblicato il 19 giugno 2013 alle ore 00:42
Sono Teresa, sorella di Luciano, attualmente ricoverato ad Arezzo. Lancio questo appello per chiedere alle istituzioni di assegnare a mio fratello un alloggio a Firenze, dove potrei prendermene cura come ho sempre fatto in tutti questi anni, come spiega anche la seguente relazione dei servizi sociali:Arezzo, 07 giugno 2013
OGGETTO: relazione sociale Luciano Barbagli nato a Arezzo il
16/12/1956, residente a Arezzo in piazza Andromeda 29.
Luciano è il quinto di undici figli e proviene da una famiglia povera
sia da un punto di vista economico sia socio-culturale. All’età di
un anno ha contratto la poliomielite ed è stato inserito in istituto.
Negli anni ha cambiato più istituti girando varie regioni d’Italia.
La precoce istituzionalizzazione ha causato gravi carenze affettive e
pedagogiche.
Nel 1971 è stato dimesso rientrando nel nucleo familiare originario.
Nucleo che non lo ha mai accettato, in particolare la madre (come si
evince dalle relazione del servizio sociale dei primi anni 70) lo ha
sempre percepito come “nemico” e non è mai riuscita a istaurare
un valido rapporto affettivo con il figlio, manifestando il desiderio di
inserirlo nuovamente in istituto.
In quegli anni Luciano è stato seguito dal Centro Medico
Psico-Pedagogico e successivamente dal Servizio di Igiene Mentale
della Provincia di Arezzo.
In età adulta Luciano, nonostante i numerosi problemi socio sanitari,
è riuscito sia a lavorare sia a costituire un proprio nucleo
familiare composto oltre che dalla moglie da due figli.
I trascorsi sopra detti però hanno fortemente influenzato la
personalità di Luciano che è caratterizzata da una marcata tendenza
ad agire impulsivamente senza considerare le conseguenze delle sue
azioni.
Tale personalità gli ha causato problemi con la giustizia e ha
trascorso un periodo in carcere prima di essere assolto in quanto non
in grado di comprendere fino in fondo le sue azioni.
Durante la carcerazione la moglie ha chiesto la separazione e di fatto
anche i figli hanno interrotto i rapporti con il padre.
Dal 2002 è stato preso in carico dall’Unità Funzionale Salute
Mentale della ASL 8 zona aretina.
Dopo la scarcerazione Luciano per alcuni anni è vissuto in un centro
di accoglienza gestito dai servizi sociali del Comune di Arezzo
potendo contare solamente sulla pensione di invalidità civile.
Nel 2005 è diventato socio di una cooperativa per cui lavorava per 6
ore settimanali, rapporto interrotto nel 2011 a causa di problemi di
salute.
Nel 2007 gli è stata assegnata una casa popolare dove viveva solo.
I crescenti problemi di salute hanno avuto come conseguenza anche un acutizzarsi delle problematiche socio-ambientali in quanto Luciano
metteva in atto comportamenti antisociali che hanno portato al
disfacimento di quelle poche relazioni sociali che era riuscito a
ricostruire.
Solo la sorella Teresa, che vive a Firenze, si è preso cura di lui
gestendo anche i rapporti con i servizi socio sanitari. Nel 2012 la
sorella è diventata Amministratore di Sostegno di Luciano.
Nello stesso anno a Luciano è stata diagnosticata da un centro
specializzato di Perugina una forma precoce di Alzheimer.
Conseguentemente è stato inserito per 6 giorni alla settimana in un
centro diurno per persone fragili.
Nel gennaio 2013 è stato prima ricoverato presso l’ospedale di
Arezzo a causa della frattura di entrambi gli arti superiori causata
da una crisi epileticca e dalla conseguente caduta.
Ad oggi si trova tuttora ricoverato presso una casa di riposo ad
Arezzo.
Durante i mesi di ricovero solo la sorella Teresa, nonostante abiti a
Firenze, ha continuato ad avere rapporti con lui. Gli altri fratelli e
i figli non hanno mai avuto contatti con il servizio scrivente e non
sono mai andati a trovarlo durante il ricovero in casa di riposo.
Durante i colloqui intercorsi negli ultimi mesi, nonostante la
malattia, Luciano ha espresso chiaramente la volontà di non rimanere
in casa di riposo.
Dai colloqui appare chiaro che la nuova istituzionalizzazione ha
riattivato ricordi traumatici legati alla sua permanenza presso
istituti per minori.
D’altro canto un rientro nel proprio domicilio ad Arezzo risulta
estremamente difficoltoso in quanto Luciano può contare solo su circa
780 euro di reddito (pensione di Invalidità civile a assegno di
accompagnamento) che anche con eventuali contributi per assistenti
familiari non gli consentirebbero l’assistenza continuativa di cui
necessità.
Inoltre ad Arezzo è completamento privo di relazioni da un punto di
vista affettivo e nessun familiare si assumerebbe l’impegno di
svolgere il ruolo di caregiver che attualmente svolge la sorella
Teresa che vive a Firenze.
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