Aree vaste, le discariche tossiche della Campania per cui l'Italia rischia sanzioni Ue
pubblicato il 27 marzo 2013 alle ore 04:12
Le "aree vaste" della Campania sono siti di interesse nazionale da bonificare per gli elevati livelli di inquinamento riscontrati. Si tratta di territori enormi in cui si ritrovano, a poche centinaia di metri di distanza, numerose discariche, siti di stoccaggio temporanei di ecoballe e sversatoi abusivi. A maggio, l‘Unione europea potrebbe sanzionare l’Italia con una nuova multa a seguito della procedura di infrazione aperta anche per la mancata bonifica di questi luoghi. L’assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romano, ha spiegato: "ci siamo messi al lavoro per fare quanto di nostra competenza e cioè dotare la Campania di fondamentali strumenti di programmazione: il piano di gestione dei rifiuti urbani, quello per gli speciali e anche quello per le bonifiche”. Nella Provincia di Caserta si contano ben quattro aree vaste da bonificare: lo Uttaro, la discarica Sogeri - Bortolotto, i Regi Lagni e l'area di Ferrandelle - Maruzzella a Santa Maria la Fossa. L'area vasta di Maruzzella è grande 115 ettari, l'equivalente di 200 campi di calcio. Contiene discariche realizzate a partire dal 1994 per sopperire alle croniche emergenze rifiuti che hanno colpito la Campania. Le discariche di Parco Saurino 1 e 2 sono state oggetto di una perizia commissionata dall'Arpac che ha rilevato inquinamento sia dei suoli, che della falda acquifera profonda. Poco distante c'è il sito di compostaggio di San Tammaro, costato 4 milioni di euro e mai messo in funzione. Utilizzato come discarica temporanea, la Regione ha provisto una spesa di ulteriori 3 milioni di euro per riparare i danni fatti dai mezzi di trasporto rifiuti. Doveva essere costruito in 30 giorni, secondo i capitolati di gara risalenti al 2005. Successivamente, la data di fine lavoro fu spostata al giugno 2012, ma a tutt'oggi non è stato ancora ammodernato. La discarica Sogeri di Castel Volturno è un grande ammasso di 12 mila metri quadri su cui è ormai cresciuta dell'erba. Il Comune ha da poco previsto la sua bonifica, consistente soltanto in un'opera di messa in sicurezza attavaero il capping - come denuncia l'ex-assessore all'ambiente Tommaso Morlando. Un milione di tonnellate di rifiuti impermeabilizzati male, il cui percolato si riversa nei canali di irrigazione che scorrono ai lati del sito. La bonifica complessiva prevista costerà 13 milioni di euro, buona parte destinati all'esproprio dei terreni su cui è costruita. L'operazione costa 36€ al metro quadro, per i terreni fertili nei dintorni il prezzo si aggira sui 2 o 3 euro al metro quadro, mentre quelli della discarica sono terreni inquinati dal percolato - come attestato dalle relazioni effettuate dai periti incaricati dal Comune di Castel Volturno. Il sito di Taverna del Re e la discarica Resit compongono l'area vasta di Giugliano. Il sito di stoccaggio fu sequestrato dalla magistratura nell'ambito dell'inchiesta "Ecoballe", l'ipotesi accusatoria è che le balle di rifiuti che avrebbero dovute essere trattate per diventare CDR (combustibile da rifiuti) da destinare agli inceneritori, siano in realtà rifiuti "tal quale" raccolti per strada, con la pericolosa presenza di rifiuti tossici e industriali. La discarica Resit, sequestrata diverse volte, faceva parte dell'impero dell'imprenditore Cipriano Chianese, accusato di concorso esterno in associazione camorristica con il clan dei Casalesi. Nei terreni della Resit sono presenti rifiuti delle grosse industrie del Nord, come i fanghi dell'Acna di Cencio, che causano un'eterna combustione chimica che si rivela con numerose fumarole lungo le pendici della montagnola di immondizia interrata. La discarica di Ferrandelle nasce come sito provvisorio di stoccaggio rifiuti nel 2008, oggi è stata messa sotto sequestro a seguito di un'indagine che coinvolge anche membri dell'esercito. L'ipotesi accusatoria è che i lavori di costruzione siano stati fatti male e in fretta, si profila il reato di disastro ambientale. A poche centinaia di metri sorge il sito di Maruzzella, dove si trova una discarica ancora attiva che però non viene analizzata nei dati forniti dall'Arpac. Anche su questo sito ci sono indagini della magistratura relative alla mancata bonifica dei suoli. In pratica, non esiste una sola discarica tra Napoli e Caserta che non sia oggetto di indagini o processi. Tutto, sulla pelle dei cittadini che qui ci vivono e ci muoiono: il tasso di incidenza tumorale, come attestano diversi studi scientifici, è sensibilmente superiore alla meda nazionale.
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