Un teatro in salotto: pièces a domicilio contro la crisi degli spettacoli
pubblicato il 12 marzo 2013 alle ore 02:35
Mario Gelardi è un autore teatrale e scrittore napoletano con al suo attivo importanti messe in scena, come lo spettacolo di Gomorra che ha fatto il giro del mondo. Oggi dirige la pièce "Le guardie del suo corpo", una commedia minimalista e ironica con protagonisti due membri della security di un ipotetico presidente del Consiglio molto rassomigliante al Cavaliere di Arcore. La particolarità? Lo spettacolo non va in scena su un palcoscenico, ma nel salotto di famiglie napoletane. I nuovi mecenate non sono ricchi possidenti terrieri, ma bensì famiglie borghesi della Napoli bene oppure della provincia - dove di solito non si va a teatro. La rassegna si chiama "Teatro cerca casa" e mette insieme una serie di piccole compagnie teatrale e un circuito di appartamenti in cui vengono allestiti gli spettacoli, seguiti da un piccolo pubblico di fedelissimi che con una libera sottoscrizione permette ad attori e regista di sopravvivere alla crisi del teatro in Italia. Il drammaturgo napoletano Manlio Santanelli lo spiega bene: "Se Maometto non va dalla montagna, la montagna va da Maometto". Lo spettacolo viene portato a un pubblico che difficilmente si recherebbe a teatro, inoltre la crisi del palcoscenisco è terribile: "I teatri non pagano, oppure pagano cifre da volantinaggio per strada con mesi di ritardo - spiega Mario Gelardi - I tagli statali ai fondi dello spettacolo fanno il paio alla loro cattiva gestione. In Campania la situazione è anche peggiore, io ho realizzato spettacoli per il Napoli Teatro Festival tre anni fa e ancora non sono stato pagato". I vantaggi sono la libertà di espressione e un rapporto diretto col pubblico. "Io faccio teatro civile e impegnato - continua Gelardi - Oggi questo tipo di spettacoli viene censurato dai teatri stabili. Inoltre, c'è un vero e proprio boicottaggio degli artisti: dopo la mia direzione artistica dello spettacolo tratto da Gomorra di Roberto Saviano, nessuno stabile ha voluto più produrre una mia rappresentazione". "Un attore che non recita perde la propria dignità" afferma Manlio Santanelli "Bisogna stare sul palcoscenico, anche nel salotto di una famiglia. Poi, non c'è la quarta parete e la recitazione diventa più vicina allo spettatore". Interessanti, dopo ogni spettacolo, sono l'incontro col pubblico e la conviviale cena-buffet offerta dai padroni di casa.
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