14 arresti a Palermo: "pizzo" sugli immobili dello Zen
pubblicato il 14 febbraio 2013 alle ore 17:43
L'assegnazione degli alloggi popolari del quartiere Zen di Palermo era controllata e gestita da un gruppo criminale smantellato dagli agenti della Squadra Mobile. Quattordici le persone finite in manette, che si sarebbero occupate anche del racket delle estorsioni all'interno della popolare borgata del capoluogo siciliano. L'accusa contesta è di associazione a delinquere di stampo mafioso, tentata estorsione, violenza privata aggravata ed estorsione aggravata.Il gruppo criminale era infiltrato praticamente in qualsiasi attività commerciale e imprenditoriale dello Zen, imponendo il pagamento del pizzo come spiega il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo. "A Palermo siamo abituati alla pratica del pizzo. Il fatto nuovo è che qui si tratta di pizzo riscosso nei confronti di soggetti che abitano le case popolari dello Zen, e dimostra che la mafia esercita un controllo territoriale stringente, anche al di là della sua attività economica principale. Si tratta proprio di controllo - ha detto Messineo -, imponendo delle forme di tassazione a coloro che abitano gli immobili". L'organizzazione legata a cosa nostra, inoltre, faceva presidiare le case rimaste libere dai legittimi assegnatari, che perdevano dunque il possesso dell'alloggio, e che per rientrarne in possesso dovevano a sborsare dai 15mila euro in su.
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