Salicelle, armi e incesti: ecco l'altra Scampia
pubblicato il 25 gennaio 2013 alle ore 17:12
Salicelle, periferia della periferia, quartiere emarginato di Afragola, provincia nord di Napoli. Qui, la camorra regna sovrana e lo stupro di bambini è all'ordine del giorno. Qui, don Ciro Nazzaro ci porta in giro per raccontare le difficoltà della brava gente e ritrova un proiettile davanti l'entrata della sua chiesa al ritorno. Le Salicelle nascono negli anni Ottanta, sono uno dei tanti quartieri di cemento e amianto sorti per dare ospitalità ai terremotati di Napoli. La maggior parte delle abitazioni, però, venne occupata abusivamente da famiglie in difficoltà. Da allora, lo Stato è assente alle Salicelle e la camorra ha preso il sopravvento. Racket di venditori ambulanti (anche loro abusivi), smercio di armi, divieto assoluto di vendere droga - non a caso, il clan Moccia qui egemone è retto da una donna che rispetta ancora le vecchie leggi dell'onorata società di Carmine Alfieri (la Nuova Famiglia). Manca qualsiasi servizio alle migliaia di persone che abitano i casermoni di cemento grigio. Nemmeno un presidio sanitario, tanto che don Ciro ha dovuto cercare i fondi per rimettere in sesto il vecchio polifunzionale ridotto in macerie e depredato di ogni cosa potesse essere rivenduta: "Le persone che vivono qui sono estremamente indigenti, per loro è normale rubare il rame dai cavi di questi edifici pubblici abbandonati" ci dice il parroco. "I mostri di Afragola vivevano qui - continua don Ciro - facevano prostituire i propri bambini nei sottoscala di questi palazzi per cinque euro" aggiunge "C'era una bambina nata da un incesto, quando la sua mamma-bambina me la porto mi disse: meglio con mio padre, lui so chi è. In mezzo alla strada non so chi avrei trovato". Storie terribili, come quella di un ragazzo morto per overdose e trovato soltanto quando il cadavere era già in via di decomposizione all'interno del mercato rionale chiuso e devastato. Ma nel quartiere c'è anche speranza, come le diverse cooperative che forniscono assistenza alle famiglie e ragazzi che si scoprono rapper e cantano il disagio della periferia. Speranza che viene interrotta quando, tornando dal giro con la telecamera per il quartiere, don Ciro rinviene un proiettile davanti all'entrata della chiesa: "Andare in giro per il quartiere con le telecamere dà fastidio, c'è qualcuno che non vuole che si racconti la storia delle Salicelle".
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