Fiat Pomigliano, la petizione della discordia
pubblicato il 27 ottobre 2012 alle ore 22:45
Di Gaia Bozza - Non c'è pace a Pomigliano. Solo pochi giorni fa la Corte d'Appello di Roma ha rigettato il ricorso di Fiat, condannata per aver discriminato gli operai iscritti alla Fiom. I 145 lavoratori dello stabilimento campano dovranno essere reintegrati. Ma spunta una petizione in fabbrica: circa 1700 firme sotto un testo che chiede l'intervento delle organizzazioni sindacali perché "per affermare il diritto di alcuni", si legge, non "venga calpestato il nostro diritto al lavoro". Gli operai che sono stati assunti in Fabbrica Italia, dopo l'accordo separato e la new company, scrivono di aver paura di perdere il posto di lavoro. Anche se, proprio l'anno scorso, in fabbrica si guardava con fiducia all'investimento promesso da Marchionne, a fronte di un patto con i lavoratori oneroso, controverso e molto contestato, perché volto a garantire la cosiddetta "governabilità". La seconda cattiva notizia sono ulteriori due settimane di cassa integrazione, che partiranno a dicembre. In questo clima di incertezza e precarietà, aleggia un altro enorme dubbio. E cioè cosa accadrà dopo il 30 ottobre, quando l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, presenterà un nuovo piano industriale, perché per lui il progetto Fabbrica Italia "è già archiviato".
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